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30/07/2014 - Master Facility Agreement

Master Facility Agreement

Il Master Facility agreement è un prestito concessionale erogato dalla China Developent Bank al Governo ghanese del valore di US$3 miliardi, entrato in vigore nel corso del 2012. Il prestito avrebbe dovuto finanziare 12 progetti, divisi in due gruppi A e B del valore di US$1,5 miliardi per gruppo, ma ad oggi solo 2 progetti sono stati avviati e si tratta nello specifico del Western Corridor Gas Instructure Project del valore di US$ 800 milioni e del progetto ICT di Sorveglianza del Western Corridor del valore di US$ 150 milioni. Il prestito è stato concesso ad un tasso di interesse del 4,05%, ripagamento in quindici anni e periodo di grazia di cinque anni per il gruppo A, mentre ripagamento in 10 anni con un periodo di grazia di tre anni per il gruppo B. Sulla quota di prestito non utilizzata o non cancellata è previsto il ripagamento dell'1% quale quota interessi a favore della banca cinese che ha inoltre richiesto, come collaterale, la fornitura di 12.000 barili di petrolio al giorno al prezzo fisso di US$85 a barile per tutta la durata del prestito. Nel corso della missione dei funzionari della China Development Bank a Febbraio 2014, la banca avrebbe richiesto di aumentare i collaterali a 15.000 barili al giorno in quanto dubbiosa sulla capacità di ripagamento del Governo ghanese. La Ghana Gas Company è stata costituita come società a responsabilità limitata nel 2009 ed in quanto soggetto di diritto privato, il suo operato non è soggetto a verifica parlamentare, nonostante gestisca una delle più importanti risorse del paese. Nel 2011 la società aveva ricevuto l'incarico dal Governo di sviluppare le infrastrutture necessarie per lo sfruttamento dei giacimenti di gas offshore, provenienti da Jubilee Field, per essere poi venduto alla Volta River Authority per la produzione di energia elettrica. A segito del prestito di cui sopra, Ghana Gas ha affidato alla SINOPEC la realizzazione del gasdotto che porta il gas dei pozzi petroliferi, situati a circa 50 km dalla costa, sulla terra ferma. La realizzazione del progetto ha subito però vari ritardi ed il gasdotto previsto entrare in funzione alla fine di settembre, sembra ulteriormente ritardato. Da calcoli approssimativi redatti da un think thank locale, tali ritardi, sommati al costo dell'infrastruttura, avrebbero fatto lievitare il costo dell'opera a US$2,2 miliardi.  Nel rapporto redatto dall'African Centre for Energy Policy emerge che nel contratto che la Ghana Gas Company ha firmato con la SINOPEC i prezzi sarebbero sovrastimati. Sotto accusa è anche l'accordo con la Quantum Petroleum Ghana, società che fa capo al gruppo internazionale Quantum Group, per la costruzione di un impianto per la produzione di gas di petrolio liquefatto (GPL) di cui ha ottenuto la gestione esclusiva per un periodo di 25 anni. Inoltre il Centro pone in evidenza la mancanza di accordi commreciali chiari per la fornitura di gas tra la Ghana National Petroleum Corporation, agenzia che gestisce lo sfruttamento dei pozzi di Jubilee Field, Ghana Gas e la Volta River Authority. Sotto scrutinio anche il disegno di legge "Petroleum Exploration and Production Bill" attualmente in discussione in Parlamento che prevede che le licenze per le infrastrutture del gas e le tariffe passino dall'Autorità di regolazione al Ministero dell'Energia. Inoltre l'atto non chiarirebbe appieno i ruoli dei vari enti coinvolti nella commercializzazione del gas. Il Ministro delle Finanze ha annunciato la scorsa settimana che il Governo si avvarrà soltanto della prima tranche del credito, rinunciando alla seconda.

Notizia segnalata da
Ambasciata d'Italia - GHANA