24/02/2021 - USA. DATI INTERSCAMBIO COMMERCIALE RELATIVI AL 2020
Il calo dell’interscambio commerciale innescato dal Covid a livello mondiale non ha risparmiato gli Stati Uniti, il cui ampio disavanzo continua in larga parte a dipendere da cause strutturali di lungo periodo, solo marginalmente affrontate dalle politiche attuate dall’Amministrazione Trump.
Nel 2020 le esportazioni statunitensi di beni e servizi sono diminuite del 15,7 per cento, mentre le importazioni hanno registrato una contrazione del 9,5 per cento; il deficit complessivo è aumentato del 17,7 per cento.
La diminuzione delle vendite all’estero è stata generalizzata, con l’unica eccezione della Cina, verso la quale i flussi di beni sono aumentati di oltre il 17 per cento, rimanendo tuttavia ampiamente al di sotto degli obiettivi fissati dall’accordo commerciale siglato a inizio 2020. Analoghe considerazioni valgono per la componente servizi dell'accordo, che per il 2020 prevedeva maggiori acquisti cinesi per quasi 13 miliardi, ma alla luce dei dati preliminari marca una contrazione di quasi 15 miliardi.
Per quanto riguarda le importazioni, si e' assistito a una riduzione dei flussi da tutti i principali partner; in controtendenza Taiwan e i Paesi ASEAN (+12 per cento) – che hanno beneficiato della sostituzione dei beni cinesi gravati da dazi – e Svizzera (+67,5 per cento), in parte per i maggiori acquisti di beni rifugio, come l’oro.
Sebbene in calo di oltre 34 miliardi di dollari, il deficit bilaterale verso la Cina rimane elevato (quasi 311 miliardi di dollari), seguito da quello verso l’Unione Europea (183 miliardi) e il Messico (113 miliardi); la bilancia commerciale statunitense è rimasta in attivo con un numero relativamente circoscritto di Paesi concentrati in America Latina, con il blocco OPEC, con Australia e Regno Unito.
Per quanto riguarda l’ITALIA, nel 2020 l’interscambio di beni si è attestato a quasi 70 miliardi di dollari, in calo del 14,4 per cento rispetto all’anno precedente. Le importazioni USA di merci italiane sono diminuite del 13,6 per cento, a fronte di una più marcata contrazione dell’export statunitense verso il nostro Paese (-16,4 per cento), che hanno generato un ulteriore ampliamento del deficit USA nei confronti dell’Italia (29,5 miliardi di dollari).
Dai dati preliminari, gli effetti della pandemia appaiono più profondi sull'interscambio dei servizi, con le esportazioni americane verso l'Italia diminuite del 36,1 per cento e le importazioni dal nostro Paese verso gli Stati Uniti in calo del 56,7 per cento.
Quasi tutte le principali categorie del nostro export verso gli Stati Uniti hanno fatto registrare performance negative oscillanti tra il -22 per cento del chimico-farmaceutico e il -8,4 per cento dell’arredo/edilizia. In controtendenza l'agroalimentare, il cui export è aumentato del +2,5 per cento, nonostante gli effetti combinati della crisi e delle sanzioni relative al caso Airbus su alcuni nostri formaggi, salumi e superalcolici.
Negli ultimi due mesi dell'anno si è verificata un'incoraggiante inversione di tendenza, con il nostro export di nuovo in crescita (+12,9% a novembre e +3,6% a dicembre), sotto la spinta in particolare di agroalimentare e mezzi di trasporto, con l'eccezione del chimico-farmaceutico.
Notizia segnalata da
Ambasciata d'Italia - USA