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06/05/2020 - L'ECONOMIA MAURITANA DI FRONTE ALLA PANDEMIA COVID-19: VALUTAZIONI DELLE IFI E INTERVENTO DEL FMI.

L'ECONOMIA MAURITANA DI FRONTE ALLA PANDEMIA COVID-19: VALUTAZIONI DELLE IFI E INTERVENTO DEL FMI.

E' ormai evidente che la pandemia di Covid-19 avrà forti ripercussioni su tutte le economie del mondo, comprese quelle africane. In questo quadro, la Mauritania non appare particolarmente preparata a gestire l'impatto di forti shock esterni e di una sostanziale regressione della domanda europea e asiatica di prodotti minerari ed ittici, principali voci delle proprie esportazioni.

Secondo uno studio della Banca Mondiale, infatti, la crisi economica in Europa e in Cina (i principali partner commerciali del Paese) dovrebbe portare ad un significativo calo della domanda per le esportazioni mauritane. A livello di mercato interno, la quarantena, il divieto di trasferimenti interurbani, la chiusura delle frontiere e degli esercizi commerciali come hotel, ristoranti e negozi al dettaglio, causeranno un brusco rallentamento dell'attività economica soprattutto in alcuni settori, tra cui in particolare quello dei servizi, che impiega quasi la metà della forza lavoro del Paese. Inoltre, la maggiore incertezza causata dalla pandemia, secondo la Banca Mondiale, potrebbe incoraggiare le famiglie a ridurre i loro consumi e le aziende a ridimensionare o ritardare i loro investimenti. Il conseguente rallentamento della domanda interna e le impreviste, straordinarie esigenze di natura sanitaria e sociale comporteranno una riduzione delle entrate fiscali e un contestuale aumento della spesa pubblica, con un preoccupante incremento del deficit (che il FMI stima possa arrivare al 3,4%) e del debito pubblico  (che potrebbe toccare l'84,5%) della RIM. Anche il Fondo Monetario ha espresso preoccupazione per gli effetti recessivi della pandemia sull'economia mauritana che, secondo tale Istituzione, rischia di registrare una contrazione del -2% in termini di crescita del PIL nel 2020.

Vi è poi un aspetto di cruciale importanza da considerare nel quadro di un'analisi socio-economica relativa all'impatto dell'emergenza sanitaria globale sul prossimo futuro della RIM: il problema della dipendenza del Paese dalle importazioni di prodotti agricoli e dell'instabilità della produzione agricola nazionale. Ben prima dell'inizio della pandemia di COVID-19, era già stato segnalato dalla comunità scientifica un alto rischio di insicurezza alimentare nel Sahel e nell'Africa Occidentale. Per quanto riguarda la Mauritania, le previsioni indicano che nel 2020 quasi 610.000 persone saranno a rischio di insicurezza alimentare (circa un settimo della popolazione nazionale).

Per mitigare gli effetti negativi sopra delineati, il governo mauritano ha introdotto una serie di misure di natura economico-sociale. Il 25 marzo scorso il Presidente Ghazouani ha annunciato la creazione di un fondo di emergenza, con un contributo iniziale di circa 67 milioni di USD aperto a donazioni private e finalizzato ad acquistare farmaci e attrezzature mediche, assistere per un periodo di tre mesi le famiglie più vulnerabili e sostenere i consumatori e le imprese. Gli aiuti introdotti dallo Stato comprendono la rimozione dei dazi doganali e delle tasse sulle importazioni di beni essenziali (grano, petrolio, latte in polvere, verdura e frutta), l'esenzione dal pagamento delle bollette per le famiglie povere e quelle che vivono in aree remote del Paese, la sospensione delle tasse comunali per le piccole imprese operanti nel settore informale e delle tasse per i lavoratori nel settore della pesca artigianale fino al termine dell'anno in corso. Oltre a finanziare varie misure sociali di emergenza, il citato fondo è destinato anche  a garantire le forniture di generi di prima necessità per il mercato domestico e calmierarne i prezzi.

In termini di politica monetaria, la Banca Centrale della Mauritania (BCM) ha preso provvedimenti per aumentare la liquidità bancaria e facilitare l'accesso al credito. Il 24 marzo scorso, la BCM ha deciso di ridurre il tasso di riferimento dal 6,5 al 5% e il tasso di riserva obbligatoria dal 7 al 5%.

Alla luce delle previsioni formulate dalle principali IFI e delle obiettive difficoltà che il governo mauritano dovrà affrontare nei prossimi mesi, settimana scorsa il comitato esecutivo del FMI ha approvato l'erogazione di 130 milioni di USD da prelevare nell'ambito del meccanismo del Rapid Credit Facility (RCF), che potranno consentire un aumento della spesa per servizi sanitari e per programmi di protezione sociale.

Notizia segnalata da
Ambasciata d'Italia - MAURITANIA