Le previsioni macroeconomiche 2019-2021 della Banca Centrale spagnola (Banco de España) di settembre evidenziano una maggiore decelerazione dell’economia del paese rispetto alle stime avanzate lo scorso mese di giugno.

Infatti, i nuovi dati indicano che il PIL crescerà del 2% nel 2019 contro il 2,4% stimato in precedenza; per il 2020 il tasso di crescita è passato dall’1,9% all’1,7% e per l’anno successivo si prospetta un incremento dell’1,6% riducendo di un decimo le ultime previsioni.

Si prevede, inoltre, una moderazione progressiva del ritmo di crescita dell’occupazione e, pertanto, una minore riduzione del tasso di disoccupazione che, nel 2021, si dovrebbe attestare al 13% della popolazione attiva (12,1% previsione giugno 2019).

Alla base di questa perdita di slancio dell'economia spagnola, oltre ai fattori esterni (decelerazione dell’attività economica globale, eventuale adozione di nuove misure protezionistiche, incertezze sulla Brexit), si trovano quelli interni come il rallentamento della domanda interna derivato dalla moderazione dei consumi privati e degli investimenti fissi lordi e la revisione della Contabilità nazionale realizzata dall’INE (Istituto spagnolo di Statistiche) che ha comportato una minore crescita del PIL nel 2018 (2,4% contro il 2,6%).

A questi fattori si aggiunge la stasi politica che subisce il paese. Il partito socialista, vincitore delle ultime elezioni generali (aprile 2019), non è riuscito ad ottenere le alleanze necessarie per formare il governo, pertanto gli spagnoli dovranno tornare alle urne il prossimo 10 novembre.

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Notizia segnalata da
Ufficio ICE di Madrid