Cosa vendere (GERMANIA)
- Prodotti delle altre industrie manufatturiere
- Macchinari e apparecchiature
- Prodotti tessili
- Prodotti alimentari
- Costruzioni
Prodotti delle altre industrie manufatturiere
Il mercato tedesco della cosmesi, costantemente in crescita negli ultimi anni, segna anche per il 2021 una lieve crescita rispetto ai valori dell’anno precedente, superando in tal modo la temporanea flessione causata dalla pandemia Covid.
Il livello del fatturato nei diversi segmenti della cosmesi rimane alto, a prova di un’economia stabile e forte.
Tra i prodotti cosmetici un ruolo centrale è riservato al brand, che risulta decisivo per il 31,6% dei consumatori, mentre il 29% giudica sulla base del prezzo. La percentuale sale a 52,4% e 31,9% per i profumi.
Altro campo d’interesse per le aziende italiane sono i prodotti cosmetici naturali.
Secondo un sondaggio effettuato da Statista Global Consumer Survey, il 31% degli intervistati è disposto a spendere di più per i cosmetici se sono naturali e il 29% dichiara di credere nelle proprietà curative delle piante e dei cosmetici naturali,
Un altro sondaggio rivela che il 39% degli intervistati abbia già acquistato cosmetici naturali, evidenziando in questa maniera un elevato interesse dei consumatori tedeschi e un’opportunità per le aziende italiane.
In fase di definizione di una strategia di internazionalizzazione, si consiglia, tuttavia, ai produttori italiani di porre particolare attenzione all’etichettatura del prodotto in lingua tedesca, elemento fondamentale per la commercializzazione dello stesso all’interno del mercato tedesco.
Macchinari e apparecchiature
L’industria dei macchinari e dell’impiantistica tedesca, composta da oltre 6.600 aziende con più di 1.00.000 dipendenti, ha un fatturato stimato nel 2021 di circa 221 miliardi di euro e rappresenta, dopo l’industria automobilistica, il secondo segmento più importante per quanto riguarda il fatturato del comparto manifatturiero in Germania.
Secondo il Maschinenbau-Barometer, pubblicato dalla società di consulenza Price Waterhouse Cooper nell’ottobre 2022, le imprese tedesche del comparto soffrono l’impatto della guerra in Ucraina, avvenuta nel primo trimester dell’anno quando si riscontravano i primi timidi segnali di ripresa dalla pandemia Covid.
Le aspettative degli operatori per l’anno in corso risultano, grazie all'andamento degli ordini, sostanzialmente stabili, anche se la metà delle imprese attendono nel 2023 un peggioramento dei loro affari.
Incidono soprattutto i vistosi aumenti dei prezzi per materie prime e il rincaro dell’energia che si aggiungono alle persistenti problematiche nelle catene di fornitura di materie prime e semilavoratiche. Questi sviluppi spingono le aziende del comparto a sostanziosi investimenti per difendere la loro posizione sul mercato.
Questo scenario apre spazi interessanti per le aziende italiane per assecondare questo cambiamento.
I campi di intervento sono:
- fornitura di prodotti e semilavorati
- cybersecurity
- efficienza energetica
- riorganizzazione e razionalizzazione della produzione
Prodotti tessili
Se da un lato la Germania è, dopo Cina e Italia, uno dei maggiori Paesi esportatori di prodotti tessili e dell’abbigliamento, soprattutto all’interno del Mercato Unico Europeo, dall’altro rappresenta anche un importante mercato di destinazione di prodotti del settore provenienti dall’estero. Nel 2016 le esportazioni tedesche di tessili e abbigliamento hanno raggiunto i 26 miliardi di euro mentre le importazioni tedesche del settore hanno superato i 42 miliardi di euro.
L’Italia si è aggiudicata nel 2016 il primo posto nella classifica dei principali Paesi fornitori della Germania di tessuti di lana e seta e di stoffe a maglia e il secondo posto per tessuti impregnati e spalmati, tessuti speciali e di fibre vegetali.
L’industria tedesca del tessile e dell’abbigliamento rappresenta, all’interno del panorama industriale complessivo della Germania, un settore di rilevanza minore. Prendendo, invece, in considerazione il solo settore dei beni di consumo, il segmento tessile e dell’abbigliamento si colloca in seconda posizione dopo l’agroalimentare.
Le industrie del segmento in questione si concentrano soprattutto nelle regioni tedesche della Baviera, del Baden Württemberg, della Renania Settentrionale-Vestfalia, della Sassonia e della Turingia e impiegano più di 80 mila persone (53.500 dipendenti nel settore tessile).
L’industria tessile e dell’abbigliamento in Germania ha chiuso il 2016 con un fatturato complessivo di 17,4 miliardi di euro, di cui 10,8 miliardi di euro derivavano dal settore tessile (+2,9% rispetto al 2015) e 6,6 miliardi di euro dal settore dell’abbigliamento (-3,8% rispetto al 2015).
Relativamente alla produzione e al volume delle commissioni durante il 2016, si registra una diminuzione nell’anno in questione delle commissioni del segmento abbigliamento (-2,8) ed una stagnazione della produzione (0,0%) controbilanciate da un aumento sia delle commissioni del segmento tessile (+1%) che della produzione del segmento (+1,9%).
All’interno del settore tessile tedesco, la categoria dei tessili tecnici rappresenta oggigiorno il fattore economico trainante, con un fatturato di 2,6 miliardi di euro nel 2016 (+7,7% rispetto al 2015) ed una quota sul fatturato complessivo del segmento tessile del 24%. La produzione e il numero delle commissioni nel settore dei tessili tecnici in Germania hanno registrato nel 2016 un aumento rispetto al 2015 rispettivamente del 4,2% e del 2,9%.
Prodotti alimentari
La Germania rappresenta il principale partner commerciale per l’Italia relativamente al comparto agroalimentare e bevande. Il volume delle importazioni tedesche dall’Italia per questo settore ha raggiunto nel 2016 i 6,8 miliardi di euro, con un aumento rispetto all’anno precedente del 5,4%. L’Italia si conferma così, dopo i Paesi Bassi, in seconda posizione nella classifica dei principali Paesi fornitori del mercato tedesco di prodotti agroalimentari e bevande.
Relativamente al solo settore agroalimentare, bevande escluse, le importazioni tedesche dall’estero di prodotti agroalimentari nell’ultimo quinquennio 2012-2016 hanno visto un aumento del 15,3%. L’Italia ha mantenuto nel periodo in questione la terza posizione nella classifica dei principali fornitori del mercato tedesco di prodotti agroalimentari.
Relativamente al segmento bevande, invece, la Germania ha registrato nel quinquennio 2012-2016 un incremento delle importazioni dall’estero per tale settore del 3,8%. In particolare, le importazioni tedesche dall’Italia hanno mostrato un aumento, nel periodo in questione, del 7,5%.
Considerando, nello specifico, le importazioni tedesche dall’estero di vino, va rilevato nel quinquennio 2012-2016 un andamento stabile del volume complessivo dell’import della Germania per questo settore, per un totale annuo di 2,4 miliardi di euro. L’Italia ha mantenuto nel periodo in questione una posizione leader nella classifica dei principali Paesi fornitori di vino per il mercato tedesco, con una quota media del 36% sull’import totale della Germania dall’estero di vini. Il potenziale di crescita per i vini italiani sul mercato tedesco è rappresentato attualmente dai vini di qualità.
Volgendo uno sguardo generale al mercato tedesco dei prodotti agroalimentari e delle bevande si possono individuare due aspetti che attualmente lo caratterizzano. Da un lato, il ruolo rilevante della grande distribuzione organizzata, in particolare dei discount, le cui strategie e politiche di vendita rispecchiano il comportamento d’acquisto del consumatore tedesco molto sensibile alle variazioni di prezzo e poco fedele al marchio. Dall’altro, la crescente attenzione del consumatore tedesco alla qualità dei prodotti acquistati e l’interesse per i prodotti biologici, ovvero non derivanti da una lavorazione industriale.
Sul versante dello scenario competitivo in Germania, si ravvisa una crescente concorrenza tra gli operatori attivi nella commercializzazione di prodotti alimentari e bevande all’interno del mercato tedesco che stimola la continua ricerca di prodotti innovativi e con un ottimo rapporto qualità/prezzo, ma determina anche una gestione più severa e strategica dell’assortimento.
All’interno del contesto sopra descritto, l’Italia, e in particolare le aziende italiane del settore agroalimentare e bevande, possono far leva sull’ampio patrimonio culinario del Paese, approfittando delle molteplici prelibatezze regionali e delle numerose certificazioni DOP e IGP per rispondere alle nuove esigenze del consumatore e degli operatori tedeschi.
Costruzioni
Il settore delle costruzioni in Germania ha chiuso il 2016 con un fatturato complessivo di 107 miliardi di euro (+6,3%). Le commesse, considerate solo le imprese edili con oltre 20 dipendenti, hanno visto nel 2016 un aumento del 14,6% rispetto all'anno precedente. Il numero delle concessioni edilizie rilasciate per edifici abitativi e ad uso non abitativo ha mostrato un incremento nel 2016 del 21,6% rispetto al 2015.
L’industria edile in Germania occupa 2,7 milioni di lavoratori. Di questi 477.000 sono impegnati nel segmento immobiliare e abitativo, 804.000 nel segmento delle costruzioni, 1,1 milioni di lavoratori nei lavori di costruzione specializzati. Nel biennio 2015/2016 erano attivi in Germania 128.000 architetti e 144.000 ingegneri edili.
Attualmente il fattore trainante dell’industria delle costruzioni in Germania è costituito dall’edilizia abitativa, a causa dell’elevata domanda all’interno del mercato tedesco di nuove abitazioni. Ulteriori impulsi derivano dal segmento delle infrastrutture. Il piano di investimento del Ministero Tedesco dei Trasporti prevede l’allocazione di 265 miliardi di euro entro il 2030 per la modernizzazione delle infrastrutture, soprattutto nell’ambito ferroviario e stradale.
Il trend verso la digitalizzazione industriale, attraverso, ad esempio, l’impiego di robot o stampanti 3D in cantiere, e verso il risanamento energetico di molti edifici in Germania costituiscono ulteriori segmenti di crescita per l’industria edile tedesca. Il 37,6% degli appartamenti di nuova costruzione in Germania viene riscaldato attraverso impianti che utilizzano energia rinnovabile (dati 2016). Il 52,9% degli edifici abitativi è, invece, dotato di riscaldamento a gas. Altro elemento di potenziale crescita nel settore edile riguarda il tema del riciclo di materiali edili.
Il “green building” trend ha effetti non solo sull’andamento dell’industria abitativa in sé, ma anche sul connesso mercato dei materiali edili. La domanda in Germania per materiali ecosostenibili è in aumento. Al momento, molto richiesti sono materiali in legno innovativi e nuove tipologie di calcestruzzo. Oggigiorno, circa un’abitazione mono o bifamiliare su sette di nuova edificazione è costruita con il legno. La tendenza potrebbe lentamente estendersi ai condomini.
Il fenomeno della globalizzazione delle reti commerciali interessa oggigiorno sempre più anche il settore edile tedesco, ed in particolare il settore dei materiali da costruzione. Non solo le importazioni tedesche da oltreoceano sono aumentate, ma anche la varietà dei materiali presenti in Germania ha subito forti cambiamenti. Il mercato domestico è ormai diviso tra prodotti ad alto prezzo e merci di massa a prezzi bassi.
La diminuzione dei prezzi, provoca sia un calo dei guadagni per i produttori di materiali edili, sia una maggiore selezione da parte di architetti e progettisti degli articoli disponibili sul mercato.
In tale contesto l´industria italiana, al fine di poter competere sul mercato internazionale, e sul mercato tedesco in particolare, deve adottare una strategia di marketing che miri a suscitare l´interesse del potenziale acquirente, facendo conoscere a quest'ultimo, consumatore finale, distributore o architetto, la qualità dei prodotti e del design made in Italy.
L´offerta italiana di materiali edili in Germania si posiziona sui segmenti di fascia alta e luxury puntando su qualità, tradizione e innovazione tecnica e stilistica, attraverso continui investimenti nella ricerca e sviluppo del prodotto.
Tra i canali di distribuzione di materiali edili in Germania, oltre ad architetti, costruttori edili, imprese appaltatrici e grossisti, i centri Fai-da-te rappresentano un segmento molto sviluppato e spesso gestito attraverso grandi gruppi d´acquisto. Le 30 principali aziende del settore DIY (Do-it-yourself) in Germania hanno registrato nel 2016 un fatturato di 36 miliardi di euro (+4,12% rispetto all´anno precedente).