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Aspetti Normativi (BRASILE)

ASPETTI NORMATIVI E LEGISLATIVI

Regolamentazione degli scambi[1]

L’importazione in Brasile di prodotti provenienti da altri Paesi avviene seguendo precise linee ammini­strative e fiscali. Alcuni prodotti sono, per legge, di importazione non permessa mentre la maggior parte dei prodotti è importato seguendo due linee ammi­nistrative specifiche: importazioni soggette a licenza previa e importazioni esenti da licenza. Fra le prime troviamo, per esempio, i prodotti alimentari e i co­smetici, che necessitano di particolari documenta­zioni richieste dagli organi di controllo amministrativo (MAPA, ANVISA, INMETRO, e altri). Ogni prodotto è classificato secondo le normative doganali interna­zionali (HS Code), localmente denominato NCM. Le principali imposizioni fiscali vengono calcolate se­condo lo specifico NCM del prodotto e l’operazione d’importazione, così come la richiesta di licenze e documentazioni particolari, è effettuata, anche diret­tamente dall’impresa, purché intestataria di permes­so d’importazione (RADAR) ed esclusivamente per via telematica, accedendo al sistema SISCOMEX (Si­stema Integrato del Commercio Estero), con il quale si monitorano tutte le fasi di processo doganale.

Il sistema SISCOMEX è stato aggiornato da un nuo­vo programma: il Portal Único de Comércio Exterior (Portale Unico di Commercio Estero), il quale obietti­vo è quello di ridurre la burocrazia, il tempo e i costi delle importazioni e esportazioni del Paese.

Sdoganamento e documenti di importazione[2]: in genere le normative doganali e fiscali brasiliane sono molto complesse: procedure burocratiche, restrizioni e imposte variano a seconda del prodotto importato, della modalità di trasporto scelta (aerea, marittima, terrestre) e, in alcuni casi, a seconda del Paese di origine. Il calcolo delle imposte viene fatto sul valore della merce. In certi casi, alcune delle imposte dovute sull’importazione possono essere recuperabili inte­gralmente o in parte.

Il 1.01.2013 è entrata in vigore la Risoluzione del Senato Federale Brasiliano 13/2012, che stabilisce l’imposta ICMS al 4% su operazioni tra gli Stati bra­siliani, mediante la realizzazione di due operazioni: a) importazione di merce da uno Stato brasiliano con l’aliquota ICMS determinata da tale Stato; b) vendita e circolazione successiva di tale merce, indipendente dal periodo, ad altri Stati del Brasile, con applicazione dell’aliquota del 4%. Soggette ad aliquota ICMS del 4% nelle transazioni interregionali brasiliane sono le merci che non abbiano subito processi industriali in Brasile e quelle composte da più del 40% di prodotti importati.

Ulteriori costi da considerare, che si aggirano intorno al 5%-10% sul totale dell’operazione di importazione: spedizioniere, tasse di deconsolidamento partita/merce, immagazzinaggio, sindacati, l’addizionale al trasporto della Marina Mercantile (AFRMM), e tra­sporto fino all´importatore. Infine, richieste licenze previe d’importazione per alcuni prodotti per cui oc­corre registrarsi presso il SISCOMEX (Sistema Inte­grato del Commercio Estero).

Classificazione doganale delle merci: applicata la Nomenclatura Comune del Mercosud (NCM), e la no­menclatura doganale per l’Aladi (Naladi), basate sul Sistema Armonizzato. Il Mercosud applica una Tariffa Esterna Comune (TEC) sulle importazioni extra-zona, che oscilla tra 0- 35%. Gli Stati parte del Mercosud, possono aumentare in modo transitorio le aliquote TEC (Tariffa Esterna Comune), non superando i limiti stabiliti dagli stati membri della WTO. Non completata l’armonizzazione della regolazione interna tra Stati.

Il Brasile è firmatario dell’accordo di libero commer­cio fra Stati dell’America Meridionale (MERCOSUL). In base a quanto stabilito dall’accordo, la circolazione delle merci fra gli Stati membri non soffre imposizione fiscale. Gli Stati aderenti, per regolare le loro impor­tazioni dall’estero, adottano una speciale imposizione fiscale denominata TEC (Tariffa Esterna Comune), ba­sata sui codici NCM, avente come proposito l’armo­nizzazione delle aliquote e la libera competitività dei Paesi in ambito commerciale.

Restrizioni alle importazioni[3]: presenti barriere ta­riffarie e non tariffarie (i.e. requisiti tecnici, sanitari, ambientali, di lavoro, restrizioni quantitative, quote, prezzi minimi). Le percentuali delle imposte variano a seconda del bene importato e dell’esistenza o meno di un prodotto similare in Brasile.

È prevista dall’ordinamento la possibilità di ammis­sione temporanea di merci e beni di capital (regimi speciali), come pure la possibilità di importazione di linee di produzione usate o altri macchinari destinati alla ricostruzione industriale e al riuso, fermo restando i limiti severi imposti dalla legislazione a questo spe­cifico settore che, per la sua complessità, non potrà essere qui sufficientemente descritto e per l’appro­fondimento delle cui tematiche rimandiamo alla Ca­mera di Commercio Italiana all’estero competente per territorio.

Il 28/06/2019 è stato firmato un accordo bilaterale tra MERCOSUL e l’Unione Europea che, quando entrerà in vigore, armonizzerà le tariffe e diminuirà la burocra­zia tra le due parti. Nell’arco di dieci anni, si prevedo­no riduzioni progressive delle tariffe.

Importazioni temporanee[4]: in merito ad ammis­sione temporanea di merci sul territorio e altri regi­mi doganali speciali (i.e. zona franca di Manaus e Amazzonia Occidentale, Stazioni Doganali Interne o Interporti Doganali, drawback, transito doganale) per la complessità della materia e la mancanza di una codificazione doganale definitiva si consiglia di con­tattare la Camera di Commercio Italiana competente per territorio.

 

Attività di investimento e insediamenti produttivi nel Paese

Normativa per gli investimenti stranieri: I capitali esteri in ingresso nel Paese attraverso la Borsa Va­lori, titoli pubblici e reddito fisso sono gravati dell’Im­posta sulle Operazioni Finanziarie (IOF) pari al 2% per i capitali in azioni e pari al 6% per i capitali di inve­stimento in reddito fisso. Esistono diverse possibilità e riduzioni di tali valori relativi alla tipologia specifica di investimento. Ci sono casi di esenzione ICMS sugli acquisti di beni di capitale.

Il capitale straniero che, a qualsiasi titolo, entri in ter­ritorio brasiliano, deve essere registrato obbligatoria­mente presso la Banca Centrale del Brasile.

Le uniche restrizioni alla rimessa di valuta all’estero derivano dalla mancata registrazione nel sistema RDE-IED (Registrazione di Dichiarazione Elettronica – Investimento Diretto Estero).

Responsabili per tale registrazione presso la Ban­ca Centrale del Brasile sono l’impresa beneficiaria dell’investimento e/o il rappresentante dell’investito­re.

La legislazione brasiliana riguardo gli investimenti esteri è soggetta a una complessità di fenomeni po­litici/economici (a livello nazionale e regionale), non­ché sulla base delle classifiche settoriali e tipologia di investimenti scelti. Pertanto, si rende indispensabile una fase di pre-analisi e una costante assistenza da parte di professionisti sul mercato, che le CCIE in Brasile sono in grado di offrire.

Legislazione societaria: le società estere possono operare in Brasile sia direttamente (succursali, filia­li, costituzione di nuova società anche con solo soci stranieri) previa autorizzazione, che indirettamente (affiliate o joint ventures, costituite secondo una delle diverse forme previste dall’ordinamento giuridico), una volta debitamente iscritte nel CNPJ – Cadastro Nacio­nal de Pessoa Jurídica (registro partita IVA brasiliana).

Le nuove misure della legge 13.874 del settembre 2019, chiamata anche “Legge della Libertà Econo­mica” permettono un procedimento più efficiente ed economico, rispetto alle norme precedenti, nell’aper­tura di nuove imprese.

Tale normativa, quindi permette una riduzione delle pratiche burocratiche, come una più rapida registra­zione del CNPJ (Cadastro Nacional de Pessoa Ju­ridica), cosí come una semplificazione dei processi quotidiani per le imprese e per gli imprenditori anche nell’apertura di nuove filiali all’interno del territorio brasiliano.

Le tipologie societarie più comuni sono: Società a responsabilità limitata (Sociedade Limitada – Ltda.); Società per azioni (Sociedade Anônima – S.A.); So­cietà semplice (Sociedade Simples - SS); Societá unipersonale.

 

Brevetti e proprietà intellettuale

Il registro dei brevetti e delle proprietà intellettuali è istituito presso l’Istituto Nazionale per la Proprietà Industriale (INPI), come dalle Leggi 9.279/1996, con le integrazioni riportate dalla successiva legge 10.196/2001 e 13.123/2015.

Il processo può essere dispendioso in termini di tem­po e burocratico, ma, alla fine, la registrazione sarà retroattiva alla data del deposito iniziale.

Inoltre, il Brasile è firmatario del Trattato di Coope­razione in materia di brevetti (Patent Cooperation Treaty-PCT) firmato a Washington il 19 giugno 1970, un trattato internazionale multilaterale gestito dall’Or­ganizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (OMPI).

Detto trattato, come da regolamento d’esecuzione e testo in vigore dal 1° luglio 2018, consente di richie­dere la protezione di un brevetto per un’invenzione simultaneamente in un gran numero di Paesi depo­sitando una domanda internazionale di brevetto. Tale domanda può essere depositata da chiunque abbia la nazionalità di uno Stato contraente del PCT o il do­micilio in tale Stato.

 

Sistema fiscale

Anno fiscale: 1 gennaio – 31 dicembre

 

 

Aliquote d’imposta annuale 2020 IRPF

Base di calcolo (R$)

Aliquote (%)

Quota

in deduzione

del IRPF (R$)

Fino a 22.847,76

Da 22.847,77

fino 33.919,80

7,5

1.713,58

Da 33.919,81

fino 45.012,60

15

4.257,57

Da 45.012,61

fino 55.976,16

22,5

7.633,51

Oltre 55.976,16

27,5

10.432,32

 

 

Tassazione sulle attività  delle impresa: il peso  fiscale  può  variare considerevolmente  a  seconda  di  fatturato,  dimensione  dell’impresa,  settore  di attività e posizione geografica. In media, la pressione fiscale è di circa il 40%.

Imposta sul valore aggiunto: non presente l’IVA ma a livello statale l’Imposto sobre a Circulação de Mercadorias e Serviços (ICMS) grava sui prodotti che circolano all’interno degli Stati. Nel passaggio da Stato a Stato l’imposta crea un credito d’imposta ed è trasferita sull’utente finale.

Da evidenziare che è stato rinnovato l´impegno del Governo brasiliano (sin dalle elezioni a ottobre/no­vembre 2018) sulla premente e necessaria riforma fiscale e tributaria, a livello nazionale e per gli Stati della Federazione brasiliana.

La maggior parte delle leggi della riforma è ancora in fase di discussione, in lento stato di avanzamento. Alcuni soggetti economici locali (Federazioni e As­sociazioni Industriale, del Commercio e del Servizio) si stanno muovendo per rivendicazioni su importan­ti tematiche riguardo le facilitazioni del commercio estero in loco.

Quindi, si rende sempre più necessario un accurato studio da parte dell’investitore straniero nel momento in cui decide di investire in Brasile.

 


[1] Fonte: sito governativo interministeriale per il commercio con l'estero

[2] Fonte: Portal Secretaria da Fazenda-SP

[3] Fonte: Revista sem Fronteira (ed. 481); Portal IPEA

[4] Fonte: Ministério do Planejamento

 

 

“Business Atlas 2020: guida agli affari in 56 mercati per il business italiano” a cura delle Camere di Commercio italiane all’estero.
Ultimo aggiornamento: 06/08/2020