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Rischi politici (TURCHIA)


Instabilità politica interna

Lo stato d'emergenza introdotto dopo il fallito golpe del 15 luglio (e piu? volte rinnovato fino al 18 luglio 2018) e la continua lotta contro il network del predicatore Fethullah Gülen, indicato dalle autorità turche quale organizzazione terroristica (FETÖ) e ritenuto responsabile del golpe, hanno ulteriormente acuito la polarizzazione della società turca marginalizzando le voci più critiche del governo AKP. La riforma costituzionale promossa dal Presidente Erdogan ha determinato un forte accentramento di potere nella figura del Capo dello Stato, suscettibile di indebolire lo stato di diritto.

Limitazioni delle libertà fondamentali

Le minoranze etnico-linguistiche,religiose,LGBTI lamentano discriminazioni ed insufficienti tutele.Durante lo stato d'emergenza migliaia di dipendenti pubblici sono stati rimossi dall'incarico e numerosi giornalisti, accademici, attivisti,parlamentari e amministratori locali dei partiti filo-curdi sono stati arrestati.Centinaia di associazioni e testate giornalistiche sono state chiuse per presunti legami con organizzazioni terroristiche,limitando fortemente le libertà di stampa,espressione e associazione.Viene fatto un uso estensivo della legge che vieta gli insulti al Capo dello Stato per perseguire le voci più critiche nei confronti del Presidente.La concentrazione della proprietà dei mezzi di informazione nelle mani di gruppi industriali vicini al potere limita il pluralismo.

Ripercussione delle crisi regionali all'interno del paese

Ankara considera la crisi siriana una questione di sicurezza nazionale per la presenza di DAESH e di gruppi assimilati al PKK (PYD/YPG). Il flusso di rifugiati siriani (oltre 3,5 milioni nel Paese) acuisce il rischio di infiltrazione di elementi radicali e di cellule terroristiche. L'approccio securitario ha spinto Ankara ad avviare, nel 2016 e nel 2018, due operazioni militari oltre confine (Scudo dell'Eufrate e Ramoscello d'Ulivo), e vi sono notevoli rischi di escalation anche a fronte di possibili ulteriori interventi militari diretti in Siria ed in Iraq.

Terrorismo ed operazioni di sicurezza all'interno del paese

Il fallimento, nel luglio 2015, del c.d. "processo di soluzione" ha determinato la ripresa degli scontri armati tra forze di sicurezza turche e PKK nel sudest del Paese. Diverse località nelle province a maggioranza curda sono state sottoposte a coprifuoco, mentre si contano centinaia di vittime tra militari, guerriglieri del PKK e civili e l'evacuazione di circa mezzo milione di persone. Da giugno 2015 numerosi attentati di matrice DAESH, curda (PKK/TAK) e marxista-leninista (DHKP-C) hanno causato oltre un migliaio di vittime. La Turchia è stata anche vittima di numerosi attentati di matrice estremista islamica. Grazie anche all?efficace azione delle forze dell?ordine, non si sono registrati gravi attacchi terroristici negli ultimi due anni.

Ultimo aggiornamento: 19/02/2019