Le pressioni inflazionistiche sono in diminuzione, ma restano suscettibili ai prezzi di generi alimentari, petrolio e al mantenimento di un tasso di cambio stabile.
Dopo una crescita di buon livello fino all'inizio del decennio, la tendenza ha subito una lieve flessione. Le IFI permangono comunque positive in prospettiva in considerazione degli investimenti fatti in infrastrutture ed in vista dell'avvio dell'estrazione petrolifera nel 2021.
L'inizio della produzione del petrolio dipende dalla costruzione d'infrastrutture di produzione e raffinazione e dell'oleodotto con la Tanzania. La produzione destinata all'esportazione non dovrebbe cominciare prima del 2021, richiedendo investimenti di diversi miliardi di dollari nello sviluppo d'infrastrutture.
L’Uganda è un'economia relativamente piccola e aperta. Come tale rimane vulnerabile a un numero di scosse esterne, comprese le fluttuazioni dei prezzi delle sue principali esportazioni e importazioni. I prezzi globali delle materie prime, tra cui i prezzi del petrolio, rimangono volatili. Un declino dell'economia globale potrebbe comportare una diminuzione del volume degli scambi d'Uganda con i paesi industriali, riducendo così i valori di esportazione corrispondente.
Il settore agricolo contribuisce per circa un quarto della produzione totale dell'Uganda e impiega circa tre quarti della sua forza lavoro. Questo settore resta soggetto a rischi climatici, per quanto l'Uganda sia un Paese di eccezionali condizioni climatiche.