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Relazioni internazionali (MALAYSIA)

 

La Malesia contribuisce alle attivita' di mantenimento della pace delle Nazioni Unite ed e' membro attivo dell’ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico), di cui e’ Paese fondatore e di cui fanno parte Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam.

La Malesia è parte dell’ASEAN Free Trade Area (AFTA), una delle più grandi e importanti aree di libero scambio nel mondo. Nel 2015, la Presidenza malese dell’ASEAN ha dato impulso a processo di integrazione regionale con lo stabilimento dell’“ASEAN Economic Community” (AEC).

Inoltre, la Malesia gode di una serie di accordi di libero scambio, siglati a livello bilaterale con: Cina, India, Pakistan, Corea, Giappone, Australia, Nuova Zelanda. Nel 2016, Kuala Lumpur aveva firmato l’Accordo di Partenariato Trans-Pacifico (TPP - Trans Pacific Partnership Agreement). Nel contesto del summit APEC in Vietnam del novembre 2017, 11 Paesi firmatari del TPP, con l’esclusione degli Usa, hanno deciso di rivitalizzare l’accordo, rinominandolo Comprehensive and Progressive TPP (CPTPP) e sospendendo 20 delle originali clausole e in particolare quelle legate ai diritti di proprietà intellettuale. Il CPTPP è stato siglato dalla Malesia l’8 marzo 2018.

Il 15 novembre 2020, dopo 8 anni di negoziati, la Malesia, insieme ai partners ASEAN, ha firmato il Regional Comprehensive Economic Partnership – RCEP. L’intesa rappresenta il più grande accordo di liberalizzazione commerciale al mondo e include, oltre ai dieci Paesi ASEAN, Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda, che rappresentano circa il 30% della popolazione del pianeta. Grandi assenti sono gli USA e l’India, la quale potrebbe peraltro entrare a farne parte in un secondo momento, anche per bilanciare l’eccessivo peso della Cina nel quadro di riferimento. L'accordo consentirà grandi passi avanti in materia di regole di origine, proprietà intellettuale e riduzione delle tariffe, mentre ha un approccio più cauto in altri settori come il commercio elettronico.

Nell’ambito dei rapporti con l’Unione Europea, nel 2010 e’ stato avviato il negoziato per la firma di un Free Trade Agreement (FTA), che tuttavia si e’ arenato nel 2012 per il trattamento riservato dall’UE all’olio di palma, giudicato discriminatorio dalle Autorita’ malesi, e per le difficoltà malesi ad accettare le regole europee in relazione alle gare pubbliche d’appalto e ad impegnarsi efficacemente per la difesa dei diritti di proprietà intellettuale. Successivamente nel 2016 UE e Malesia hanno siglato un accordo quadro che avrebbe dovuto costituire la base per la conclusione di un Partnership & Cooperation Agreement. Tuttavia dopo l’introduzione da parte della Commissione Europea della Direttiva rinnovabili RED II e del relativo atto delegato, che annoverano l’olio di palma fra gli oli giudicati non sostenibili, la firma e’ stata rinviata per le forti proteste del Governo malese e dello stesso Primo Ministro Mahathir contro l’asserita disparita’ di trattamento riservata all’olio di palma.

Nel gennaio 2021, il Governo malese ha annunciato di aver depositato ufficialmente presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio il ricorso nei confronti dell’Unione Europea (nel quadro del ‘Dispute Settlement Mechanism’), per presunta violazione dei principi e dalle pratiche di ‘fair trade’ in relazione all’olio di palma.Il Governo ha parallelamente annunciato di aver presentato altri due ricorsi contro la Francia e la Lituania, per asserite misure adottate da entrambi i Paesi contro l’olio di palma. L’Esecutivo malese contesta in particolare le disposizioni che avrebbero imposto restrizioni ingiustificate e arbitrarie in materia di sostenibilità, a dispetto degli sforzi in tale direzione che queste Autorità avrebbero intrapreso finora.

Ultimo aggiornamento: 11/04/2022