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Quadro macroeconomico (SLOVENIA)

A causa della pandemia nel 2020 il PIL sloveno è sceso in termini reali del 4,2%, raggiungendo il valore di 46,9 miliardi di euro (fonte SURS). Tuttavia, in Slovenia la ripresa dell’economia è stata più veloce della maggior parte dei Paesi UE, soprattutto grazie al più rapido alleggerimento delle misure contro il Covid-19 e quindi alla ripresa della domanda privata delle famiglie. Le più recenti previsioni economiche della Banca Centrale Slovena (dicembre 2021) prevedono una ripresa del PIL sloveno pari al +6,7% per il 2021 e +4% nel 2022 e +3,3% nel 2023; l’OCSE (dicembre 2021) si attesta su +5,9% nel 2021, +5,4% nel 2022 e +3,2% nel 2023, mentre le previsioni della Commissione Europea (novembre 2021) hanno riportato per la Slovenia un +6,4% per il 2021, +4,2% nel 2022 e +3,5% nel 2023.

La composizione del valore aggiunto del PIL sloveno rimane sempre piuttosto invariata: agricoltura 2,4%, industria 33,2% e servizi 64,4% (dati 2020).

I conti pubblici sono stati oggetto di forte preoccupazione non tanto per la loro entità quanto per il trend negativo in rapido peggioramento negli anni successivi alla crisi (nel 2008 il debito pubblico è stato pari al 21,8% del PIL). A seguito della ricapitalizzazione del sistema bancario, il bilancio pubblico aveva registrato nel 2013 un deficit del 14,7% del PIL (5,3 miliardi di euro), spingendo il debito pubblico al 70,4% del PIL. Nel 2014, con un deficit del 5,5% sul PIL il debito è ulteriormente cresciuto all'80,3%. Il Governo sloveno, che ha dovuto applicare politiche di austerity, ha adottato nel 2015 correzioni di bilancio che hanno permesso di ricondurre il deficit sotto la soglia target al 2,8% del PIL, con un debito pubblico assestato all’82,6% del PIL, che ha invertito la rotta dal 2016 in poi. Il primo surplus positivo, pari a 341 milioni di euro (0,7% del PIL) si è verificato (per la prima volta negli ultimi 20 anni) solo nel 2018, con conseguente ulteriore riduzione del debito al 70,3% del PIL (32,2 miliardi di euro). A causa della pandemia e delle conseguenti misure straordinarie, nel 2020 il deficit di bilancio ha raggiunto il 7,7% del PIL (con 3,6 miliardi di euro di indebitamenti), aumentando il debito pubblico al 79,8% del PIL (37,4 miliardi). Secondo le previsioni del Ministero sloveno delle Finanze, nel 2021 il deficit dovrebbe ancora restare significativo e pari al 7,5% con un debito pubblico pari al 78,5%.

Nel 2020 la domanda interna ha registrato un calo del 4,6% (di cui consumi privati delle famiglie -6,6%, investimenti fissi lordi -7,3%), in crescita sono invece risultati i consumi pubblici del +4,2%. Nel corso del 2021 la domanda interna ha registrato una ripresa e cioè del +1,2% nel primo, del 18,9% nel secondo e dell’11,2% nel terzo trimestre 2021. 

Nell’anno 2020 le esportazioni slovene hanno registrato il valore di 32,9 miliardi di euro (-1,9% su base annua), le importazioni 32,1 miliardi (-5,8%) con un’inversione positiva del saldo (pari a circa 814 milioni di euro) e un interscambio di poco più di 65 miliardi di euro (-3,8%). Nei primi dieci mesi del 2021 la Slovenia ha realizzato dei risultati migliori e in crescita non solo rispetto allo stesso periodo del 2020 ma anche rispetto all’anno pre-pandemico. Infatti, le esportazioni slovene hanno raggiunto il valore di 32,6 miliardi di euro (+18,8% rispetto allo stesso periodo 2020 e +15,3% sui primi dieci mesi del 2019) e le importazioni sono state pari a 33,9 miliardi (+30,6% e +19,3%).

Lo stock degli investimenti diretti esteri in entrata (IDE) ha raggiunto a fine 2020 un valore complessivo di 16,6 miliardi di euro (+2,4% e +0,4 miliardi di euro rispetto alla fine del 2019).

Nel 2021 i prezzi al dettaglio sono aumentati dell'1,9% rispetto alla media 2019. La disoccupazione non è ancora tornata ai livelli pre-crisi (ILO: 4,4% nel 2008) ma si è ridotta costantemente negli ultimi anni, registrando nel 2019 un tasso ILO del 4,5%. Nel 2020 (grazie agli interventi governativi) a è salita solo al 5%, nei tre trimestri del 2021 è stata invece pari al 5,6%, 4,3% e 4,5%, rispettivamente.

Nel 2020 gli stipendi medi sono stati pari a 1.856,20 euro lordi (+5,8% nominale, +5,9% reale) e 1.208,65 euro netti (+6,6% nominale, +6,7% reale), nei primi dieci mesi del 2021, sono ulteriormente cresciuti a 1.948,01 euro lordi, 1.253,80 euro netti. 

I tassi d'interesse per i prestiti commerciali sono ancora sopra la media europea, con crediti in espansione ma ancora limitato verso le aziende (9 miliardi di euro a fine settembre 2021 contro i 20,3 miliardi del 2008).

Ultimo aggiornamento: 17/01/2022