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Quadro macroeconomico (ROMANIA)

L'economia romena ha dimostrato una notevole resilienza alle conseguenze dell'invasione russa dell'Ucraina, mantenendo una rapida crescita nonostante gli squilibri macroeconomici che minacciano il suo sviluppo. I recenti rapporti della Commissione Europea e della World Bank hanno evidenziato alcuni punti critici, e nei primi mesi del 2023 si è registrato un rallentamento dell'attività economica.

Uno dei principali problemi è l'elevato tasso d'inflazione, che ha portato a un calo dei consumi. Questo fenomeno ha colpito gli stipendi reali, nonostante l'aumento costante dei salari, e ha contribuito alla crescita più bassa del PIL rispetto agli anni precedenti. Inoltre, il deficit pubblico è rimasto a livelli persistentemente alti.

Per sostenere l'economia, gli investimenti sono essenziali, soprattutto quelli provenienti dai fondi europei. Tuttavia, il monitoraggio trasparente dei programmi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è una sfida, rendendo difficile valutare l'impatto dei circa 27 miliardi di Euro attesi in Romania.

Il cambiamento di governo, con il passaggio del testimone tra il Premier PNL e il Premier PSD, non ha portato a grossi imprevisti, ma l'attenzione è ora focalizzata sulla politica di tassazione e sulla capacità di digitalizzazione dell'Agenzia delle Entrate, oltre alla riduzione delle pensioni speciali.

Le grandi disparità regionali e il basso tasso di disoccupazione rappresentano ulteriori punti critici. Il basso tasso di disoccupazione, in particolare, può tradursi in una carenza di manodopera che potrebbe impattare negativamente sullo sviluppo delle attività produttive.

Il PIL ha subito un rallentamento nel 2023, registrando una crescita del 2,3% nei primi tre mesi rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, inferiore alle aspettative degli analisti locali che prevedevano una crescita del 3,5-4%. Le previsioni della Commissione Europea, della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo e del Fondo Monetario Internazionale variano leggermente, ma tutte suggeriscono una crescita economica più lenta rispetto al 2022, a causa dell'inflazione persistente, delle condizioni di finanziamento più rigide e della crescita ridotta dei partner commerciali.

L'inflazione, sebbene in calo, rimane uno dei maggiori problemi, con un tasso annuo del 14,5% a marzo 2023. I prezzi dei beni alimentari hanno registrato i rincari più significativi, con aumenti particolarmente marcati per beni di prima necessità come zucchero, burro, patate, uova e latte.

Il cambio valutario EUR-RON mostra una volatilità contenuta, con la Banca Nazionale di Romania che difende con determinazione il tasso di cambio per evitare effetti psicologici negativi sui consumatori.

Il debito pubblico romeno ha continuato a crescere, raggiungendo il 49,2% del PIL a marzo 2023, con il deficit pubblico al 1,42% del PIL. Questi indicatori potrebbero aggravarsi ulteriormente a causa delle pressioni per gli aumenti salariali e delle necessarie riforme fiscali e pensionistiche.

Le esportazioni rumene sono aumentate del 8,1% nei primi tre mesi del 2023, mentre le importazioni sono cresciute del 4,7%, portando a un deficit commerciale di 6,8 miliardi di Euro. L'Italia è il secondo partner commerciale della Romania, con un interscambio commerciale di circa 5,2 miliardi di Euro. La presenza imprenditoriale italiana in Romania è significativa, con oltre 52.000 società con partecipazione italiana al capitale.

In conclusione, sebbene l'economia romena abbia mostrato resilienza, ci sono sfide significative da affrontare per mantenere una crescita sostenibile e ridurre gli squilibri macroeconomici. Gli investimenti, il monitoraggio trasparente dei fondi europei, la politica fiscale, la gestione dell'inflazione e delle disparità regionali, e le riforme fiscali e pensionistiche saranno cruciali per affrontare le incertezze e sfruttare le opportunità nel futuro prossimo.

Ultimo aggiornamento: 25/07/2023