X Chiudi
Governo Italiano
Governo Italiano

Breadcumbs

Quadro macroeconomico (SRI LANKA)

Lo Sri Lanka è un Paese a reddito medio-basso (dopo una brevissima permanenza nella categoria di reddito medio-alto nel 2019), con un PIL pro capite di 3.852 USD e una popolazione totale di 21,8 milioni. Dopo 30 anni di guerra civile terminata nel 2009, l'economia è cresciuta (grazie al periodo di pace e una spinta politica focalizzata verso la ricostruzione e la crescita) in media del 5,3% nel periodo 2010-2019, sebbene la crescita abbia subito un rallentamento negli ultimi anni (il primo rallentamento nell’ultimo ventennio). I livelli del debito pubblico sono elevati mentre il portafoglio complessivo del debito indica alcune sfide importanti nel breve periodo.

Secondo la Banca Mondiale, gli indicatori sociali sono tra i più alti dell'Asia meridionale attestandosi sugli stessi livelli dei Paesi a reddito medio. La crescita economica si è tradotta in una prosperità condivisa. Nonostante la povertà sia in calo, nell’area delle piantagioni delle Province Centrale e Uva e in alcuni distretti delle Regioni settentrionale e orientale, il tasso di povertà è ancora elevato e - più in generale - una quota relativamente ampia della popolazione sopravvive con un livello di reddito solo leggermente superiore alla soglia di povertà.

Le basse entrate fiscali combinate con una spesa elevata nel settore pubblico e l’ingente servizio del debito estero hanno limitato gli investimenti statali nei settori cruciali per lo sviluppo, quali la sanità, l'istruzione e la protezione sociale, che risultano dunque a livelli più bassi rispetto a Paesi simili.

La situazione si è ulteriormente complicata a causa dell’impatto della crisi sanitaria del COVID-19 e della contrazione della domanda globale, che hanno pesantemente influito sulle tre principali fonti di valuta estera. La chiusura degli aeroporti da metà marzo 2020 ha completamente deprivato il Paese degli introiti in valuta estera provenienti dalla fiorente industria turistica internazionale; sono diminuite sensibilmente anche le rimesse dei lavoratori all’estero; le esportazioni hanno risentito di ritardi per il lockdown (di oltre due mesi) in primavera e cancellazioni degli ordini per effetto della diminuita domanda globale. Di fatto, dopo essere cresciuta del 2,3% nel 2019, l'economia si è contratta (per la prima volta in 19 anni) dell'1,6% su base annua nel primo trimestre del 2020.

 

Dopo le pesanti pressioni al deprezzamento di marzo, la rupia srilankese si è stabilizzata nel secondo trimestre, poiché i controlli sulle importazioni hanno aiutato le partite correnti. Le riserve ufficiali, stimate a circa 7 miliardi di dollari ad agosto, rimangono basse rispetto alle passività esterne a breve termine (tra cui una rata del servizio del debito da 1 miliardo di dollari in scadenza a luglio 2021, oltre ad altri 4.9 miliardi di dollari da ripagare entro gennaio 2022).

Il rapporto debito pubblico / PIL del Governo centrale è salito a oltre il 90%, con oltre la metà del debito denominato in valuta estera.

Citando riserve fiscali limitate e vulnerabilità esterne, Fitch e S&P hanno declassato il rating sovrano a B-, Moody’s a Caa1.

 

Gli effetti economici di COVID-19 avranno significative implicazioni sul benessere nazionale. Si stima che la crisi abbia determinato un forte impatto con perdite di posti di lavoro e abbia danneggiato soprattutto i lavoratori informali, circa il 70% della forza lavoro, particolarmente vulnerabili in assenza di meccanismi di protezione sociale.

In questa difficile contingenza il nuovo Governo srilankese è impegnato in una serie di riforme volte a stimolare la crescita della produttività e la diversificazione economica, in modo assicurare migliori prospettive di lungo periodo per il Paese.

Ultimo aggiornamento: 11/12/2020