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Quadro macroeconomico (INDIA)

Nel 2021 il Pil dell’India è cresciuto dell’8,3 % in termini reali (-6,6 % nel 2020). La ripartenza dell’attività economica ha perso vigore nella seconda parte dell’anno ed è stata sostenuta dalla spesa pubblica e dai primi segnali di ripresa nel settore dei servizi. Nella media del 2021 l’inflazione è scesa di 1,4 punti percentuali, al 5,2 %. Secondo le stime più recenti della Reserve Bank of India nell’anno fiscale 2022-23 (aprile-marzo) il Pil crescerà del 7,2 % in termini reali. Nel corso dell’anno gli investimenti dovrebbero beneficiare del forte aumento della spesa pubblica in conto capitale decisa in occasione dell’approvazione della legge di bilancio.

 

Nel periodo aprile 2021-marzo 2022 il saldo della bilancia commerciale è peggiorato rispetto all’anno precedente (-192,4 miliardi di dollari; -102,6 nello stesso periodo del 2020-21) grazie alla crescita delle importazioni (+54,7 % rispetto all’anno precedente) che è risultata più accentuata rispetto a quella delle esportazioni di beni, in aumento del 43,2 % su base tendenziale.

 

Secondo la Reserve Bank of India l’inflazione nella media dell’anno fiscale 2022-23 l’inflazione sarà pari al 6,7%, superiore di 2,2 punti percentuali rispetto alle previsioni diffuse a febbraio 2022. I rischi inflazionistici al rialzo dovrebbero persistere nei prossimi mesi alcuni fattori di incertezza riguardo all’andamento dei prezzi: i rischi di natura geopolitica che potrebbero influenzare i corsi delle materie prime e quelli per l’agricoltura connessi con la scarsità delle sementi per il riso e l’andamento irregolare delle precipitazioni monsoniche.

 

Sulla base degli ultimi dati disponibili, a metà luglio 2022 il credito bancario al settore privato ha registrato una crescita tendenziale dell’14,0%; mentre a fine luglio la crescita dei depositi bancari si è attestata al 9,8 per cento. Secondo dati della RBI a giugno 2022 il tasso medio applicato dalle banche commerciali sui finanziamenti a breve e medio termine è stato pari al 7,94 per cento (7,7 per cento a dicembre 2021). Sulla base di quanto riportato a gennaio 2022 nel Financial Stability Report della Reserve Bank of India i rischi per la stabilità finanziaria dell’economia indiana al momento sono contenuti grazie alle misure di politica fiscale adottate dal Governo, al buon andamento degli investimenti esteri e agli interventi delle autorità monetarie degli scorsi mesi. Al momento le banche indiane non sembrano presentare problemi di solidità.

 

Nell’anno fiscale 2021-22 (aprile-marzo) il deficit di bilancio in rapporto al Pil dovrebbe scendere al 6,9 %, inferiore di 2,3 punti percentuali rispetto all’anno fiscale precedente; il deficit fiscale è atteso in linea con quanto preventivato nella legge di bilancio dello scorso anno (6,8 %).Nell’anno 2022-23 il rapporto deficit-Pil dovrebbe scendere al 6,4 % sulla base dell’ipotesi molto conservativa che il Pil cresca dell’11,1 % in termini nominali.

 

Secondo i dati UNCTAD nel 2021 gli IDE verso l’India (74 miliardi di dollari) sono diminuiti del 15,5 % rispetto allo stesso periodo del 2020; il calo è ascrivibile al minor numero di grandi operazioni M&A rispetto al 2020. Nel 2021 la parte più consistente degli investimenti ha interessato il comparto IT (hardware e software), il settore dei servizi, l’industria automobilistica e quella farmaceutica.

 

A partire da ottobre 2021 si è avviato un deflusso di capitali da parte degli investitori stranieri dai mercati azionari e del debito che ha riflesso le attese di un cambio nell’impostazione di politica monetaria delle Banche centrali delle economie avanzata, le crescenti tensioni geopolitiche e l’aumento del prezzo del petrolio; tali dinamiche hanno provocato il progressivo deprezzamento della rupia nei confronti del dollaro, accentuatosi nel primo semestre del 2022 a causa del forte aumento del prezzo del petrolio.

 

(red: Addetto Finanziario e Ufficio Commerciale, Ambasciata d’Italia)

 

Ultimo aggiornamento: 05/09/2022