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Politica interna (CIPRO)

 

Cipro è una Repubblica Presidenziale, largamente ispirata al modello statunitense. Il Presidente è anche Capo del Governo e nomina i Ministri (che non possono essere deputati). Il Governo è responsabile soltanto verso il Presidente. Il Presidente è eletto a suffragio universale con doppio turno e rimane in carica per cinque anni.

Il Parlamento è monocamerale; la Camera dei Rappresentanti è costituita di 80 seggi, 24 dei quali – attribuiti per Costituzione alla comunità turco-cipriota – vacanti dal 1963. Vi sono inoltre 3 seggi attribuiti ai rappresentanti delle comunità latina, armena e maronita. Le elezioni si svolgono ogni 5 anni con il sistema proporzionale.

Il sistema giuridico è basato sulla common law britannica; la Corte Suprema verifica anche la costituzionalità delle leggi e svolge le funzioni di corte finale di appello.

Nicos Anastasiades, presidente in carica per il periodo 2018-2023 ed ex-leader del partito di centro-destra DISY ha visto la propria presidenza confermata il 4 febbraio 2018 (dopo il mandato 2013-2018) con il 55,9%.

Le elezioni parlamentari 2021 hanno visto la riconferma dell’Unione Democratica (DI.SY) di centro-destra e dei comunisti del Partito Progressivo dei Lavoratori (AKEL) che registrano, tuttavia, un calo nei seggi ottenuti, passando rispettivamente da 18 a 17 e da 16 a 15 seggi, rispetto alle precedenti consultazioni del 2016. Il Partito Democratico di opposizione (DIKO) ha mantenuto tutti e nove i seggi conquistati nel 2016, nonostante la fuoriuscita di un gruppo di parlamentari che si sono presentati alle elezioni sotto il neocostituito Fronte Democratico (DIPA) che si è affermato con il 6,1% dei voti. Cresce il Fronte Nazionale Popolare (ELAM), partito di estrema destra, che è passato dal 3,71% al 6,78% e ha raddoppiato il numero di seggi in parlamento da due a quattro

La irrisolta “questione cipriota”, ovvero la divisione dell’isola in due parti,  con la parte meridionale sotto il controllo della Repubblica di Cipro e la parte settentrionale sotto il controllo della autoproclamata “Repubblica Turca di Cipro Nord” (TRNC), presidiata da circa 35mila militari turchi (a seguito dell’invasione del luglio 1974), continua a condizionare la vita politica dell’isola. Nel maggio 2015 il Presidente Anastasiades e l’allora leader della comunità turco-cipriota Akinci erano impegnati in un’importante attività negoziale sotto i buoni uffici dell’ONU con l’obiettivo di riunificare l’isola con la costituzione di una federazione bicomunale e bizonale. Anche se nel corso delle negoziazioni è stato registrato un notevole progresso, il processo è stato bruscamente interrotto a Crans Montana nel luglio del 2017, a causa di disaccordi su questioni fondamentali, quali la sicurezza, la questione dell’uguaglianza politica fra le due comunità, la consistenza geografica delle due componenti del nuovo stato federale, la questione delle proprietà e la questione del trattamento dei cittadini greci e turchi nel nuovo stato..

Nel 2020 le elezioni presidenziali della TRNC sono state vinte da Ersin Tatar, leader del partito nazionalista di maggioranza UBP e fautore di una soluzione alla questione cipriota fondata su due stati indipendenti, che ha dato il via alla controversa riapertura parziale di Varosha, quartiere di Famagosta (nella parte nord di Cipro) conteso, cintato e abbandonato dai tempi dell’invasione turca.

Lo scorso 23 maggio 2022, il Presidente Anastasiades ha formalmente notificato a Tatar, tramite il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Colin Stewart, una serie di proposte di confidence bulding measures (CBM), che sono state respinte da Tatar, il quale ha “replicato” annunciando la decisione di aprire una parte della spiaggia di Varosha alla libera fruizione dei turisti.

Ultimo aggiornamento: 29/06/2022