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Politica interna (SOMALIA)

Nel corso del 2013 si sono registrati in Somalia consistenti progressi a livello politico e militare.

Le truppe della missione dell'Unione Africana in Somalia - AMISOM (di cui fa parte, dal giugno 2012, anche il contingente keniano, entrato autonomamente in territorio somalo dall’ottobre 2011 per creare una “buffer zone” lungo il confine), le truppe etiopi impegnate nelle aree centro-meridionali del paese, e le costituende Forze di Sicurezza Somale hanno continuato ad avanzare rapidamente contro il movimento islamico radicale Harakat al-Shabaab al-Mujahideen. Verso la fine di settembre 2012, la liberazione da parte di AMISOM del porto meridionale di Chisimaio, ultima roccaforte di al-Shabab, ha inferto un duro colpo alla milizia islamica, che si assicurava con il controllo del porto una fonte vitale di reddito. Si prevede che l'equilibrio di potere in Somalia meridionale e centrale continui a spostarsi a favore delle Istituzioni di Mogadiscio.

Nonostante questi progressi, tuttavia, è improbabile che l’insorgenza islamista sia eradicata in tempi brevi. Al-Shabab, attraverso l’uso di una strategia di guerriglia asimmetrica, continua a compiere numerosi attentati anche ai danni della popolazione locale e sta attualmente spostando le proprie basi verso le montagne del Galgala, nella regione semi-autonoma del Puntland, nel nord del paese.

Al nuovo Governo si presenta dunque il difficile compito di riempire il vuoto di potere nelle aree liberate da al-Shabab. Ciò richiederà l’istituzione di nuove amministrazioni politiche credibili nei centri urbani ed il rispetto dello stato di diritto, che sarà particolarmente difficile data la limitata affidabilità e competenza delle forze di sicurezza e di polizia somale, che sono ancora in fase di formazione, anche grazie al sostegno internazionale ed italiano.

Dal punto di vista politico, si è ormai conclusa la “road map” promossa dalle Nazioni Unite per mettere fine al periodo di transizione durato otto anni e caratterizzato da corruzione e cattiva amministrazione. All'adozione il 1° agosto 2012 di una nuova Costituzione provvisoria, approvata da oltre il 95% dell’Assemblea Costituente Nazionale, è seguita la selezione di un nuovo Parlamento Federale di 275 membri, che ha poi eletto il nuovo Presidente della Repubblica, Hassan Sheikh Mohamud, il 10 settembre 2012. Hassan Sheikh, che è relativamente nuovo sulla scena politica, ha sconfitto il suo predecessore, il Presidente del Governo di Transizione Sheikh Sharif Sheikh Ahmed.

Tali cambiamenti, tuttavia, oltre ad offrire motivi di cauto ottimismo, portano anche ragioni di preoccupazione. Molti dei nuovi leader non hanno un solido bagaglio di esperienza nel campo dell’amministrazione pubblica ed il nuovo Governo potrebbe dover affrontare la stessa crisi di credibilità avvenuta sotto le precedenti istituzioni transitorie. Inoltre, la transizione politica non segna l'inizio di un nuovo ordine politico permanente, perché il nuovo Parlamento del paese non è stato eletto, ma nominato dai vari rappresentanti clanici secondo la formula 4.5 (in base alla quale i quattro clan principali ricevono ciascuno 50 seggi e l’insieme dei clan minoritari ha accesso ai restanti 25 seggi). Nel complesso, comunque, sembrano esservi oggi i presupposti per l'avvio di una nuova fase politica, incentrata sulla costruzione delle istituzioni e sul rilancio economico e sociale.

Si mantengono maggiormente stabili e dotate di istituzioni locali efficaci, le due regioni settentrionali del paese: il Somaliland, auto-dichiaratosi indipendente nel 1991, e il Puntland, stato autonomo facente parte della Repubblica Federale Somala.

Ultimo aggiornamento: 15/02/2013