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Politica interna (TURKMENISTAN)

Con il 97% dei consensi, Berdymuhamedov si è aggiudicato il 12 febbraio 2012 un secondo mandato presidenziale, svoltosi in questo primo anno all’insegna della continuità e del consolidamento del potere personale, che va assumendo  in misura crescente i contorni di un culto della personalità seppur non ancora a livello del predecessore (la cui memoria viene gradualmente ridimensionata). Sebbene nessuno degli altri sette candidati alla Presidenza - tutti riconducibili allo stesso Berdymukhammedov - rappresentasse una reale sfida alla sua rielezione, i risultati del volo hanno suscitato diffuso scetticismo sulla competitivita’ e trasparenza delle elezioni. Berdymukhammedov sta dando priorita’ al consolidamento del suo consenso presso la popolazione (il Parlamento turkmeno gli ha concesso, nel novembre 2011, il titolo di “Eroe del Turkmenistan” per aver rinsaldato l’unità e l’indipendenza nazionali) e alla modernizzazione soprattutto in alcuni specifici settori, come l’educazione e la sanità, anche attraverso la ricerca di collaborazioni internazionali, che si scontrano ancora tuttavia con resistenze burocratiche.

Il Presidente Berdymukhammedov non ha fatto concessioni in materia di diritti civili e politici. Le caratteristiche del sistema politico ereditato da Nijazov sono infatti rimaste invariate. Alle riforme annunciate alla vigilia delle elezioni non sono seguite aperture reali: sul piano interno prevale un sostanziale immobilismo, mentre su quello esterno si registra un atteggiamento moderatamente piu’ attivo. In particolare, approvata nel gennaio 2012 all’immediata vigilia del voto, la legge su un limitato multipartitismo (a seguito del quale e’ stato istituito il partito degli industriali ed e’ ora in via di creazione un partito agrario) appare piuttosto un’operazione di facciata guidata dall’alto, anche come reazione agli avvenimenti della Primavera araba, piuttosto che un genuino tentativo di introdurre un maggior pluralismo politico. Scarse vengono reputate le prospettive  di un cambiamento del sistema, rimasto chiuso e verticistico, ancora dominato dal partito del Presidente, dove le uniche voci di dissenso sono limitate ad esponenti della piccola opposizione in esilio. Nel segno della continuità con il regime di Nyazov si mantiene anche la classe politica, espressione prevalente dei gruppi maggioritari e della tribù dei Tekke, cui appartiene anche lo stesso Berdymuhamedov.

Sebbene non supportate da un’attiva volonta’ o capacita’  di attuazione, sono da registrare le riforme introdotte in materia di stato di diritto, di revisione del Codice Penale, di lotta al traffico di esseri umani e di riforma sistema penitenziario (per la prima volta nel 2011 e’ stata ammessa una visita della Croce Rossa Internazionale a carceri turkmene). Il Turkmenistan ha inoltre adottato una nuova legge sui media - in vigore dal 4 gennaio 2013 - redatta con la consulenza dell’OSCE. Si tratta di un passo certamente significativo, ma la cui portata potrà essere valutata sulla base dell’effettiva attuazione.

Si mantiene critico il quadro dei diritti umani, nonostante le citate, limitate riforme. Forti sono le carenze nel settore delle liberta' di espressione, di associazione e di culto (pur rilevandosi in positivo l’avvenuta registrazione della Chiesa Cattolica, mentre perduranti difficoltà continuano ad essere incontrate da gruppi non riconosciuti, ed in particolare dai Testimoni di Geova), nonché le violazioni delle forze di sicurezza e di polizia in tema di  tortura.  

Permangono le gravissime criticita’ in materia di corruzione, (il Turkmenistan si colloca al 170° posto su 176 Paesi nella classifica stilata dall’ONG “Transparency International” nel 2012), mentre  l’impegno della “leadership” nella lotta al narcotraffico, sebbene registri una maggiore apertura ad attività di cooperazione internazionale, resta nella sostanza ancora priva di riscontri concreti. Da registrare, nel maggio 2009, l’adozione della nuova legislazione in materia di lotta al riciclaggio ed al finanziamento del terrorismo: gli obblighi di segnalazione sono operativi da marzo 2010, a seguito dell’approvazione della normativa applicativa e della creazione presso il Ministero delle Finanze di una “Financial Intelligence Unit” nazionale.

Ultimo aggiornamento: 17/12/2014