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Politica interna (MAROCCO)

Il Marocco, ritenuto un paese stabile e una positiva eccezione alla complessa evoluzione della Primavera Araba, ha efficacemente avviato nel 2011 un processo di riforma costituzionale, che ha favorito il rafforzamento del sistema democratico, sia sotto il profilo istituzionale che politico. Le elezioni del novembre 2011 hanno visto la vittoria del PJD, il partito “Giustizia e Sviluppo”, formazione islamista moderata, che si è confermato anche alle elezioni del 7 ottobre 2016. Gli osservatori internazionali e nazionali hanno rilevato come la procedura elettorale si sia svolta in un clima pacifico e, nel complesso, in maniera trasparente e regolare. Il negoziato per la formazione del nuovo esecutivo ha tuttavia richiesto un lungo periodo di gestazione. A fronte dell’impasse, il Re del Marocco Mohammed VI ha revocato a marzo 2017 l’incarico al premier uscente, Abdellilah Benkirane, per affidarlo a Saadeddine El Othmani (sempre PJD). Il 5 aprile 2017, il nuovo governo guidato da El Othmani e composto da sei partiti ha prestato giuramento di fronte al Sovrano, ottenendo la fiducia del Parlamento il 26 aprile.

Nel corso del 2017 le Autorità marocchine hanno dovuto fronteggiare una lunga ondata di proteste (rivendicazioni di carattere socio-economico), sviluppatasi a partire dalla regione settentrionale di Al Hoceima. Numerosi sono stati gli scontri con le forze dell’ordine e gli arresti.

Per quanto riguarda lo stato di diritto, il Marocco dispone di un sistema giuridico avanzato, improntato al modello francese; inefficienze e lentezza della burocrazia rappresentano tuttavia un costo non trascurabile per gli investitori stranieri. La corruzione continua ad essere diffusa nel Paese, anche se in misura inferiore rispetto al passato; nel “Corruption perception index”, elaborato da “Transparency International” nel 2017 (ultimi dati attualmente disponibili) il Marocco compare al 80mo posto su 180 Paesi censiti (in miglioramento rispetto al 2016, quando il Paese si era posizionato 90mo).

Un apparato di sicurezza robusto ed efficiente appare capace di contenere la minaccia terroristica. Mentre l’ultimo grave attentato terroristico è stato compiuto a Marrakech nel 2011, a seguito della proclamazione dello “Stato Islamico” si susseguono le notizie dello smantellamento, da parte delle Autorità, di cellule terroristiche sul territorio nazionale. Crescente preoccupazione è originata dalla presenza di oltre 1600 combattenti marocchini nei teatri di Siria e Iraq e dal rischio legato ai “foreign fighters” di ritorno. Continui arresti nel Paese sottolineano la persistente minaccia posta da gruppi estremisti interni. Da ultimo, l’efferata uccisione di due turiste scandinave nel dicembre 2018 da parte di criminali legati allo Stato Islamico ha suscitato scalpore nell’opinione pubblica marocchina ed europea e ha innescato un’importante operazione di polizia che ha portato all’arresto di circa 20 persone, tra cui i colpevoli materiali degli omicidi.

Ultimo aggiornamento: 22/01/2019