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Politica economica (ROMANIA)

Dopo aver registrato un tasso di crescita vigoroso che ha raggiunto il 4,7% nel 2022, grazie al solido livello degli investimenti ma anche ai consumi sostenuti della popolazione nonostante l’inflazione, nel 2023 l’economia romena dà segnali di rallentamento rispetto allo scorso anno. Secondo i dati pubblicati dall’Ufficio Nazionale di Statistica nei primi tre mesi del 2023 l’economia romena ha registrato una crescita del PIL reale del 2,3% rispetto allo stesso periodo del 2022, inferiore al quarto trimestre del 2022 e alle aspettative degli analisti, che prevedevano una crescita del 3,5-4%. Il debito pubblico romeno ha continuato il suo trend ascendente e raggiunto un valore di circa 145 miliardi di Euro, pari al 49,2% del PIL. Gran parte del deficit, secondo quanto indicato dal Ministero delle Finanze, è dovuta a una crescita degli investimenti statali, alle spese in aumento per i salari dei dipendenti pubblici e alle misure di compensazione per le bollette di elettricità e gas concesse alla popolazione. Il Premier Ciolacu ha ribadito a più riprese il suo impegno nel riformare il sistema pensionistico nazionale, compresa l’eliminazione delle pensioni speciali dei parlamentari.

Dopo che nel 2022 ha raggiunto livelli record con un picco del 16,8% a novembre, anche nel 2023 l’inflazione si mantiene alta. A marzo 2023 il tasso annuo d’inflazione era del 14,5%. Nonostante queste evoluzioni, secondo le previsioni della Banca Nazionale di Romania il tasso di inflazione annuale dovrebbe diminuire nel 2023, raggiungendo il 7,1% alla fine di quest’anno. Il calo dovrebbe essere sostenuto da una riduzione della dinamica dei prezzi dell’energia, dal graduale allentamento dei mercati delle materie prime, dal riassorbimento dell'eccesso di domanda nell'economia, dalla correzione al ribasso delle aspettative inflazionistiche e dalla riduzione delle pressioni inflazionistiche associate ai prezzi dei beni importati. Una delle priorità del programma di governo assunta dal nuovo premier Ciolacu prevede la riduzione dell’inflazione, soprattutto con la riduzione dei prezzi degli alimenti, al fine di proteggere il potere d’acquisto dei romeni attraverso stanziamenti di fondi per la lavorazione e la trasformazione nell'industria alimentare e per l’utilizzo dell'energia verde da parte delle aziende agricole locali.

Tra i pochi indicatori di stabilità degli ultimi anni c’è il cambio EUR-RON. La moneta nazionale romena ha una volatilità molto contenuta, infatti il tasso medio di cambio EUR-RON è stato pari a 4,9315 nel 2022 e pari a 4,9189 nel primo trimestre del 2023. La strenua difesa del tasso di cambio operata dalla BNR si giustifica con il valore psicologico che una fluttuazione troppo elevata avrebbe sui consumatori e sul pubblico romeno in generale.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) romeno prevede risorse per circa 27 miliardi di Euro. L’azione di rilancio del paese è guidata dalla necessità di migliorare la propria rete infrastrutturale e al contempo avanzare negli obiettivi di digitalizzazione e lotta al cambiamento climatico globale. Gli interventi sono ripartiti su 6 aree tematiche. La transizione verde, cui sono destinati i fondi più ingenti, prevede riforme e investimenti in tecnologie ecologiche, tra cui biodiversità, efficienza energetica, ristrutturazione edilizia ed economia circolare. A seguire la trasformazione digitale vuole promuovere la digitalizzazione dei servizi, lo sviluppo di infrastrutture digitali e di uso dei dati, centri di innovazione digitale, e soluzioni open source aperte al pubblico. Vi sono poi le aree dedicate alla crescita intelligente, alla coesione sociale e territoriale, alla salute e resilienza economica, sociale e istituzionale e infine alle politiche per la prossima generazione, bambini e giovani. Beneficiando dei fondi stanziati attraverso il meccanismo di ripresa e resilienza e quelli della politica di coesione, la Romania si pone l’obiettivo, ambizioso, di una ripresa economica rapida.

Ultimo aggiornamento: 25/07/2023