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Politica economica (PORTOGALLO)

Per quanto riguarda la politica fiscale, il Governo socialista guidato da António Costa, nonostante i record di spesa durante gli anni della pandemia, ha continuato ad adottare una strategia di sostanziale prudenza, per cui – se anche non si attendono aggravamenti della pressione fiscale a carico di privati e aziende nel prossimo anno – l’obiettivo principale rimane la sostanziale tenuta dei conti pubblici. Ѐ dunque plausibile che l’Esecutivo portoghese continuerà a perseguire tale obiettivo, nonostante la sospensione delle regole fiscali dell'UE fino al 2024.

In relazione alla politica monetaria, il Portogallo risente naturalmente dell’approccio restrittivo adottato dalla BCE a seguito dell’aumento dell’inflazione, con conseguente innalzamento dei tassi di interesse ed incremento dei costi di servizio del debito. Tuttavia, per il Portogallo si prospetta che tali aumenti vengano bilanciati dalla rilevata crescita del PIL nominale, che dovrebbe mantenere il rapporto debito/PIL su una traiettoria discendente. Gli analisti dell’Economist Intelligence Unit prevedono dunque, in relazione al debito pubblico, una riduzione graduale fino al 112% del PIL nel 2026.

In merito al mercato del lavoro, il Governo ha annunciato l’intenzione di procedere con alcune misure concrete, tra cui l’aumento del salario minimo a 900 euro entro il 2026, oltre a misure a favore dei giovani più qualificati e per aumentare il sostegno economico agli anziani e a chi si trovi in condizioni di indigenza. Il tasso di disoccupazione nel 2022 e' stato pari al 6%, con previsioni di leggero incremento per il 2023 (6,3%).

Ultimo aggiornamento: 29/09/2023