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Politica economica (BOLIVIA)

Negli anni del governo Morales, caratterizzati da un’inusuale stabilità economica, la Bolivia ha ottenuto risultati sorprendenti. Il Presidente della Banca Centrale Boliviana (BCB), Pablo Ramos, ha annunciato a gennaio del 2018 che nel corso del presente anno é prevista una crescita economica del 4.7% del PIL, superiore all'inflazione prevista al 4.5%. Questi risultati permetteranno ai lavoratori di ricevere un bonus chiamato "Esfuerzo por Bolivia", previsto tutti gli anni in cui la crescita del PIL superi il 4.5%, secondo Decreto Supremo 1802 del 2013.

La BCB sostiene che il 2017 si é chiuso con una inflazione al 2,71%, considerata dall'Istituto Nazionale di Statistica (INE) la cifra piú bassa raggiunta negli ultimi 10 anni. 

Va però considerato che l’espansione del gettito fiscale si è ridotta considerevolmente, a causa di un rallentamento nella crescita delle entrate legate al settore degli idrocarburi e delle commodities. Nel 2015 gli investimenti stranieri diretti sono stati di 495,4 milioni di dollari, con una riduzione del 66% rispetto al 2013. Nonostante il debito estero si sia incrementato a partire dall'anno 2013, il suo rapporto rispetto al PIL ha comunque continuato a scendere, arrivando a stabilirsi al 28,6% nel 2015.

La politica monetaria ha smesso di essere di tipo restrittiva solo nel secondo semestre del 2014, anche se a fine anno la Banca Centrale ha nuovamente realizzato manovre finalizzate ad assorbire liquidità. Visto il proposito di contenere le aspettative inflazionistiche e di fomentare la bolivianizzazione del sistema economico e finanziario, durante il 2014 si sono mantenuti i valori nominali del tasso di cambio. Per gli stessi motivi, nemmeno si prevedono variazioni nel breve periodo.

Altre politiche di governo di importanza strategica per l’economia boliviana riguardano il settore industriale e quello energetico. Va sottolineato in proposito che: 1) si sono innanzitutto approvate tre leggi attese da tempo (Promozione degli Investimenti, Estrazione dei Minerali e Metallurgia e Arbitrato e Conciliazione internazionale); 2) si sono compiuti ulteriori sforzi nella politica di industrializzazione del settore degli idrocarburi – da segnalare, in particolare, l’impianto estrattivo Gran Chaco; 3) si è avanzato nel progetto di industrializzazione del litio nel Salar de Uyuni e in quello di costruzione del primo impianto geotermico del Paese; 4) si è promossa con grande alacrità l’esportazione di energia elettrica. Riguardo quest’ultima, il Governo ha raggiunto un'intesa con l'Argentina per la vendita, dal 2017, di 440MW: verrà perciò realizzato un collegamento tra i due Paesi con un investimento superiore ai 200 milioni di USD. Si sta inoltre pianificando la firma di un accordo con il Brasile per l’esportazione di 7.500 MW per cui si renderebbe necessario un ulteriore ingente investimento. Studi e progetti sono in cantiere per la realizzazioni di centrali idroelettriche, fra cui quella "El Bala" (3.670MW per un invesitmento di 7 miliardi di dollari) il cui studio di fattibilità è stato affidato al gruppo italiano Geodata.

Un'intesa con l’Argentina – che contribuirà alla formazione di medici e alla realizzazione di un centro di medicina nucleare e radioterapia – è stata firmata anche nel settore degli idrocarburi, per I'apertura di una sede di YPFB e la possibilità di compiere esplorazioni in aree che saranno stabilite entro la fine dell'anno.

Per quanto riguarda gli investimenti privati, il Governo aveva auspicato un investimento per il 2015 di 3 mliardi di dollari. Secondo gli ultimi dati raccolti a dicembre, il Ministero dell'Economia ha rilevato  solo 1,7 miliardi di dollari, mancando tuttavia dati da analizzare. L'investimento privato ha quindi aumentato il suo volume, ma si è ridotto in percentuale passando dal 7% al 5% del PIL, vista la rapida crescita economica che è passata da 9.000 milioni di dollari nel 2005 a 32.000 milioni di dollari nel 2015.

Ultimo aggiornamento: 13/07/2018