La politica monetaria della Banca Centrale (NBG) rimane restrittiva, con un progressivo aumento del tasso di sconto dal 4 al 7.5%, anche per contrastare eventuali contraccolpi derivanti dalla svalutazione della valuta nazionale e rimanere sull'obiettivo di inflazione che la NBG si è data. Nel 2018 il tasso di sconto è stato mediamente del 7%[1].
La NBG ha appianato le fluttuazione del lari nell’ultimo anno attraverso interventi di foreign exchange, vendendo US$240m e acquistando US$278m, ma le sue riserve estere rimangono robuste. Obiettivo della Banca, e anche del Governo, è ridurre l'eccessiva dollarizzazione dell’economia georgiana che, seppur diminuita intorno al 56%, continua a rappresentare un elemento di preoccupazione per i possibili effetti negativi sulla stabilità del sistema finanziario (con ripercussioni nell'economia reale). A tal proposito è stato lanciato dal Governo un programma di incentivi per la conversione di mutui e prestiti contratti in dollari prima dell'inizio della svalutazione del Lari.
Il Governo georgiano prosegue nel suo approccio di apertura agli investimenti stranieri (e nazionali) offrendo incentivi e vantaggiosi programmi di agevolazioni. Con approccio liberista, la nuova riforma delle tasse entrata in vigore il 1 gennaio 2017 prevede la detassazione degli utili non distribuiti che vengono reinvestiti in Georgia. Inoltre, è allo studio un disegno di legge per la creazione di Business House, ossia degli one-stop shop dove gli imprenditori possono ottenere tutto quello di cui hanno bisogno (autorizzazioni, licenze, registrazioni) in un unico luogo e in brevissimo tempo. Il Paese intende avvantaggiarsi appieno delle possibilità che gli offrono gli accordi libero scambio conclusi con UE, Cina, Turchia e paesi ex-CSI, incrementando al tempo stesso il settore manifatturiero e quello della logistica.
Il Paese ha grandi capacità di attrarre investimenti. Un basso tasso di corruzione e di tassazione, una notevole facilità nel fare business ed una grande quantità di riforme già attuate che permettono di trarre vantaggio della posizione geostrategica della Georgia come porta d'accesso ai mercati occidentali e orientali. Il Governo punta inoltre anche su un maggiore sviluppo dell’agricoltura (più del 50% della forza lavoro è impiegata nel settore agricolo che contribuisce ancora solo per il 9% al PIL nazionale [2]), dove l'Italia può giocare un ruolo fondamentale in termini di know-how ed esperienza.
[1] https://www.nbg.gov.ge/index.php?m=554
[2] https://data.worldbank.org/indicator/NV.AGR.TOTL.ZS
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