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Politica economica (BAHREIN)

Per il 2019-2020, l’azione del governo bahreinita e’ improntata al binomio risanamento fiscale - crescita. Nel dicembre 2019, il Ministero delle Finanze e dell’Economia Nazionale ha diffuso una serie di stime incoraggianti: nel primo semestre del 2019 il deficit si e’ ridotto del 38% (arrivando all’8% del PIL rispetto al 12% del 2018), le entrate fiscali non legate al settore Oil&Gas sono cresciute del 47% (grazie all’IVA al 5% introdotta a inizio 2019) e la spesa corrente si e’ contratta del 14%. Dati che confermerebbero la serieta’ del cammino intrapreso circa un anno fa con il lancio del Fiscal Balance Program (FBP), programma di risanamento che prevede risparmi dell’ordine di 2 miliardi di dollari all’anno per arrivare al pareggio di bilancio entro il 2022. Il FBP risponde alle richieste dei tre Paesi GCC (Arabia Saudita, Kuwait e EAU) che a ottobre 2018 hanno accordato al Bahrein un prestito di 10 miliardi di dollari finalizzato proprio a consentire misure volte a riportare il bilancio in pareggio. 

La risposta del governo bahreinita e’ stata coerente con gli impegni assunti: oltre al FBP e all’IVA al 5%, sono stati attuati nuovi aumenti delle bollette di luce e acqua per gli espatriati; uno schema di pensionamento anticipato per i dipendenti pubblici e un’ulteriore razionalizzazione dei sussidi, nonche’ misure per rafforzare l’efficacia e l’efficienza della spesa e per accrescere il gettito. Accento poi sull’apertura dell’economia bahreinita, attraverso le nuove leggi sulla protezione dei dati personali per la digital economy, sulla concorrenza, sulla bancarotta e sulle assicurazioni sanitarie obbligatorie, tese a favorire le PMI.

Nonostante i progressi, tuttavia, resta il problema del debito pubblico, che e’ cresciuto in un anno dal 93% al 100% del PIL e che potrebbe raggiungere il 103% nel 2020 (FMI). Il deficit, infatti, sta si diminuendo, ma a un ritmo inferiore a quello indicato dal governo (secondo il FMI, nel 2020/21 si attestera’ al 7,6%, per poi scendere al 4,2% nel 2022, ben di piu’ del 2/1% stimato dal governo). Positiva la traiettoria della della bilancia dei pagamenti, coin un deficit del conto corrente passato dal 5.8% del 2018 al 3,6% di quest’anno.

L’intervento dei tradizionali sostenitori GCC ha rappresentato anche  un’iniezione di fiducia, necessaria in quanto le difficoltà di bilancio e le pressioni speculative sul Dinaro bahreinita (che avevano fatto temere per la tenuta del peg col dollaro) avevano reso difficile e costoso reperire risorse sui mercati. In definitiva, le prosettive economiche restano complessivamente positive, soprattutto sul versante dell’economia reale e tenuto conto delle possibili scoperte di idrocarburi effettivamente estraibili. La tenuta dei conti pubblici, e quindi la credibilita’ del Paese, dipenderanno fortemente dalla volonta’ politica del governo di portare a termine il programma di aggiustamento fiscale.

L'Economic Development Board (EDB) è l'organismo che indirizza le strategie di sviluppo economico e di attrazione degli investimenti del Paese. Tra i settori individuati dall'EDB, quelli prioritari per lo sviluppo del Paese sono: servizi finanziari; turismo; informatica ICT;  logistica; manifattura; startups.

Il Paese è storicamente aperto agli investimenti esteri, tanto che dal 2016 è consentita la proprietà straniera al 100% di imprese e immobili (con alcune eccezioni settoriali). Il sistema legale è sufficientemente trasparente e la forza lavoro è relativamente qualificata rispetto agli standard regionali. Gli investimenti diretti esteri (IDE) nel 2018 hanno raggiunto la cifra record di 830 milioni di dollari prvenienti da 92 societa’, con un impatto stimato in 4.700 nuovi posti di lavoro, in un Paese dove la dispoccupazione si attesta attorno al 14% (nonostante il tasso ufficiale sia di poco superiore al 4%).

I piani di investimento in cantiere o in corso ammontano a circa 30 miliardi di dollari, nel campo delle infrastrutture (è il caso del nuovo collegamento stradale e ferroviario con l’Arabia Saudita), dell’energia, dell’edilizia, del turismo, della raffinazione del petrolio e della produzione di alluminio.

Il fondo sovrano bahreinita è il Mumtkalat, istituito con decreto regio nel 2006 con asset per circa 16,8 mld US $. Possiede al 100% la Gulf Air, l’aeroporto di Manama ed il circuito di Formula 1, tra i suoi investimenti all'estero l’acquisto del 51% del pacchetto azionario della McLaren.

Ultimo aggiornamento: 29/12/2019