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Overview (SPAGNA)

I legami economici tra l’Italia e la Spagna si situano su livelli di primissimo piano. Nonostante la crisi economica, i due Paesi non hanno mai smesso di rappresentare l'uno per l’altro mercati fondamentali, sbocchi per l’export, destinazioni di investimenti.

Dopo aver subito una flessione nel biennio 2012-2013, l’interscambio commerciale tra Italia e Spagna ha ripreso a crescere a partire dal 2014, grazie alla ripresa della economia spagnola e al recupero della domanda interna.

Secondo dati Istat, nel periodo 2013-2019 la Spagna è stata stabilmente il 4° partner commerciale per il nostro Paese (5° solo nel biennio 2014-5), con importanti piazzamenti sia come Paese cliente (4° assoluto) che come Paese fornitore (5°).

In base ai dati di fonte spagnola, nel periodo 2013-2019 l’Italia si è confermata Il 3° partner commerciale della Spagna, subito dopo la Francia e la Germania, piazzandosi al 3º posto come Paese cliente e al 4º come Paese fornitore.

I dati relativi al 2023 fanno registrare livelli record per l'interscambio bilaterale, che, con quasi 66 mld euro (+3,7% rispetto al 2022), supera anche i massimali raggiunti lo scorso anno. Rispetto al 2022 incrementano sia le nostre esportazioni, pari a quasi 33 mld euro (+2,1%), che le nostre importazioni, pari 32,8 mld euro (+5,4%). Il surplus commerciale a nostro favore si attesta a poco più di 200 mln euro.

Per quanto riguarda le esportazioni, la Spagna continua a rappresentare il terzo mercato UE per l'Italia: tra le principali voci (tutte superiori al miliardo di euro) del nostro export si confermano i macchinari meccanici ed elettrici (26,6% del totale), la componentistica automotive (9%), comparto siderurgico (5,9%), lavorazioni plastiche (5,1%) e prodotti farmaceutici (3,9%).

Per quanto concerne le importazioni di beni dalla Spagna, la principale voce continua ad essere quella relativa alle automobili, mentre la seconda per importanza diventa quella di apparati elettrici (in particolare, smartphone). Seguono polimeri plastici e olio d’oliva, tutti in diminuzione rispetto al 2022. Quella relativa ai combustibili, con circa 2,3 miliardi di euro per le esportazioni e 1,3 miliardo di euro per le importazioni (petrolio poco raffinato in uscita dall'Italia e biodiesel spagnolo importato dal nostro Paese) si configura, almeno parzialmente, come un conto lavorazione, piuttosto che come flusso commerciale di beni finali.

In generale, il modello di scambio tra i due Paesi si mostra in molti ambiti complementare: ad esempio, senza la componentistica automotive italiana, l'industria automobilistica spagnola non sarebbe in grado di sostenere buona parte delle esportazioni locali; viceversa, il packaging e le tubature made in Italy esportate in tutto il mondo sono alimentati anche da polimeri plastici ed acciaio provenienti dalla Spagna.

Si segnala ad ogni buon fine che i dati sull'interscambio di fonte spagnola, nonostante l'armonizzazione statistica in atto tra Paesi UE, differiscono sensibilmente da quelli italiani sia relativamente alle merci italiane entrate in Spagna (nel 2023, pari a oltre 4,6 mld euro in meno) che per quelle spagnole in Italia (nel 2023, pari a quasi 300 mln euro in più), risultando in tal modo Madrid, secondo i dati locali, costantemente in surplus negli scambi con il nostro Paese.

La Spagna è tradizionalmente terra di attrazione di investimenti esteri.

Secondo i dati ufficiali della Banca d’Italia, nel 2022 (ultimo disponibile) lo stock di investimenti italiani si è attestato attorno a oltre 43 miliardi di euro (secondo mercato a livello mondiale per gli stock di IDE italiani). Viceversa, sempre nel 2022, lo stock di investimenti spagnoli registrati in Italia è ammontato a oltre 18,7 miliardi di euro (essendo circa 13,8 mld euro quelli realmente riconducibili a investitori spagnoli, secondo il criterio “ultimate investor” dell’OCSE), rendendo la Spagna il settimo investitore estero in Italia per importanza. Da rilevare che lo stock di investimenti spagnoli in Italia è in continuo aumento negli ultimi 6 esercizi, con volumi totali più che raddoppiati nel 2022 rispetto al 2017. Soprattutto stanno aumentando proporzionalmente sempre più gli investimenti che partono dalla Spagna e che sono riconducibili a investitori spagnoli piuttosto che ad investitori di altre nazionalità (qui, in maggioranza, latino americani) che posseggono capitali depositati in banche spagnole e dai quali partono tipicamente gli investimenti da effettuare in altri Paesi europei. Infatti, se nel 2017 gli investimenti riconducibili a imprenditori spagnoli erano il 51% sul totale di quelli effettuati dalla Spagna verso l’Italia, nel 2022 tale dato sale al 74%.

Analizzando i flussi di IDE bilaterali, il 2022 fa registrare oltre 200 mln di euro per quelli italiani in Spagna mentre, per quanto riguarda quelli spagnoli in Italia, si rileva un deflusso di quasi 100 mln euro.

Analizzando dati spagnoli –anche in questo caso, come per i valori sull’interscambio, i valori registrati dai due Paesi differiscono sensibilmente- si osserva che la suddivisione territoriale dei flussi, vede gli investimenti italiani in Spagna nel 2022 diretti soprattutto nella Comunità di Madrid (50%), ed in misura minore in Catalogna (per circa il 23%) e Castiglia la Mancia (11%). Viceversa, nello stesso anno, la quasi totalità dei flussi di investimento spagnoli verso l'Italia ha avuto origine dalla Comunità di Madrid (92%).

Per quanto riguarda la suddivisione settoriale, il flusso di IDE italiani nel 2022 si è concentrato nel settore dei media (39%), energetico (14%) e farmaceutico (12%); quello degli investimenti spagnoli in Italia nel settore educativo (49%), energetico (14%) e dei trasporti (13%).

Ultimo aggiornamento: 19/03/2024