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21/08/2015 - La City e l'Italia - La percezione del nostro paese da parte dei mercati finanziari

La City e l'Italia - La percezione del nostro paese da parte dei mercati finanziari

Ormai da diversi mesi l’Italia gode di crescente considerazione da parte degli operatori basati a Londra, hub della finanza globale e base per gli investimenti in Europa anche per la gran parte degli investitori asiatici o nord-americani. Il motivo risiede in una serie di circostanze esterne ed interne. Anzitutto, i bassi tassi di interesse che spingono a collocare l’amplissima liquidità a disposizione in direzione di classi di investimento e mercati giudicati più rischiosi e quindi più remunerativi. In secondo luogo, il percorso di riforme istituzionali e strutturali avviato in Italia, del quale questi operatori hanno compreso bene la valenza strategica e l’interconnessione.

Certamente decisive per mutare la valutazione degli operatori si sono rivelate le riforme del mercato del lavoro e quella di trasformazione in società per azioni delle banche popolari, oltre al dato secondo cui le fusioni e acquisizioni operate sul mercato italiano nel 2014 hanno visto operatori stranieri come controparti nell’80 per cento dei casi, rispetto al 50 per cento dell’anno precedente, a dimostrazione di un mercato italiano considerato finalmente aperto e sui cui hanno fatto breccia casi significativi come quelli di Pirelli-ChinaChem, Ansaldo-Hitachi, CDP Reti-China State Grid.

Le più recenti circostanze congiunturali, con la svalutazione dell’euro e il declino del prezzo del petrolio, particolarmente positive per lo specifico modello economico-produttivo del nostro paese, sono individuate da questi analisti come fattori idonei a ristabilire la fiducia di imprese e famiglie verso una ripresa di cui si sono avvertiti già da tempo i primi segnali e che finalmente i dati della prima parte dell’anno hanno corroborato.

Sempre in virtù della ricerca di margini in asset classes diversificate, l’attenzione sul nostro paese si sta concentrando nel settore immobiliare, dove operano fondi di private equity ma anche sovrani e investitori istituzionali, ma anche e soprattutto nel c.d. Corporate Italia, vale a dire in investimenti diretti nell’azionariato o per il finanziamento (attraverso l’attività di direct lending e attraverso strumenti come i minibond o forme ibride di investimento come i mezzanini) di società di media capitalizzazione italiane, di settori tradizionalmente trainanti dell’economia italiana come manifattura esportatrice e industria dei beni di consumo, ma con fiducia che si espande anche ai segmenti delle utilities, del farmaceutico, dell’information technology. Al riguardo, proprio dagli uffici londinesi sono gestite le potenziali partecipazioni di fondi privati al c.d. “fondo salva-imprese” recentemente istituito dal MiSE in collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti.

Sempre molto dinamici anche gli investimenti in società italiane quotate nei vari segmenti (FTSE Mibtel, STAR). Gli investitori istituzionali come fondi pensione, casse previdenza e fondi sovrani dimostrano costante interesse anche nel settore infrastrutturale, con attenzioni che spaziano dalle partecipazioni aeroportuali alle concessioni portuali o alle realizzazioni stradali e ferroviarie.

Anche il settore bancario, interessato di recente dal business delle cessioni di portafogli di crediti incagliati (NPL – Non Performing Loans), resta al centro dell’analisi e dell’interesse di questi operatori che, specie dopo la recente riforma delle banche popolari, si attendono consolidamenti nel segmento medio e potenzialità in termini di ritorni sugli investimenti, specialmente nella considerazione di razionalizzazioni, riduzioni dei costi e ripresa del ciclo economico interno.

Gli analisti finanziari londinesi restano tuttavia vigili sull’ulteriore introduzione o il consolidamento di misure suscettibili di favorire la generazione di impresa, perfezionare il quadro regolatorio (specie quello legato ad investimenti infrastrutturali e al settore bancario) e migliorare il sistema di corporate governance.

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Ambasciata d'Italia - REGNO UNITO