NIGERIA - La Banca Mondiale prevede che l'economia della Nigeria crescerà leggermente meno del 2% quest'anno, trainata in gran parte dall'industria non petrolifera e dai settori dei servizi, con l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali che allontana gli investitori stranieri. Lo si apprende da una nota diffusa dalla stessa Banca Mondiale, nella quale si precisa che la  Nigeria è uscita da una recessione lo scorso anno, ma la crescita rimane fragile, con il governo che ha fatto ricorso ai prestiti (quasi 9 miliardi sia interni che internazionali) per finanziare il proprio bilancio. “L'uscita  della Nigeria dalla recessione rimane fiacca e i modelli di crescita settoriale sono instabili. Nel secondo trimestre del 2018, il settore petrolifero si è contratto del 4,0% ", si legge nella nota. Il PIL è cresciuto dello 0,83% l'anno scorso dopo essere diminuito dell'1,58% nel 2016, la sua prima contrazione annuale in 25 anni. Per quest'anno, la banca centrale della Nigeria ha previsto una crescita dell'1,75%. La Banca Mondiale ha detto che la crescita nel settore agricolo, che è stato resiliente in passato, è rallentata all'1,2% a causa principalmente dell'impatto delle sfide alla sicurezza nel nord. La Banca Mondiale ha dichiarato che l'industria e i servizi non petroliferi, che rappresentano più della metà dell'economia della Nigeria, sono stati sostenuti dalla crescita delle tecnologie di costruzione, trasporto e comunicazione. Ma ha detto che gli investimenti nel capitale umano, che il governo ha cercato di aumentare, sono rimasti bassi rispetto ad altri paesi. La Nigeria dipende in gran parte dal settore petrolifero per le entrate del governo e le valute estere, ma le prestazioni del settore sono state limitate da un sussidio sulla benzina e da altre detrazioni, ha detto la banca, osservando che gli investimenti stranieri nel settore risultano “stagnanti”.

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