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30/09/2013 - Prime ripercussioni in Argentina del riassetto del pacchetto azionario di Telco-Telecom Italia

Prime ripercussioni in Argentina del riassetto del pacchetto azionario di Telco-Telecom Italia

La reazione del governo argentino alle notizie provenienti dall'Italia sull'accordo per il riassetto delle quote azionarie di Telco raggiunto questa settimana tra gli spagnoli di  Telefónica ed i soci italiani Generali, Mediobanca e Intesa San Paolo, è stata per ora affidata ad un comunicato stampa del Ministero per la Pianificazione Federale guidato dal Ministro Julio De Vido, competente anche per gli investimenti pubblici ed i servizi. La nota, pubblicata lo scorso 24 settembre, riferisce delle istruzioni impartite da De Vido alla Secretaría de Comunicaciones (SECOM) ed alla Comisión Nacional de Comunicaciones (CNC) affinché analizzino la vicenda per valutarne le ripercussioni sul settore nazionale delle telecomunicazioni, con particolare riguardo all'ipotesi di un'eventuale integrazione monopolistica tra Telecom Argentina e Telefónica Argentina, i due principali players locali nella telefonia fissa e mobile. Il comunicato riferisce altresì dell'"ordine" che lo stesso De Vido ha indirizzato alla Comisión Nacional de Defensa de la Competencia (CNDC), l'Antitrust locale, di verificare la compatibilità della nuova struttura proprietaria di Telecom Italia con l'accordo stipulato nell'ottobre 2010 dai due gruppi e dai soci italiani di Telco, mediante il quale essi si erano impegnati con lo Stato argentino – dopo un lungo e sofferto negoziato - a non porre in essere politiche commerciali o industriali lesive della concorrenza e, a tal fine, a non modificare le quote azionarie detenute in Telecom Argentina da Telefónica. Il comunicato, al riguardo, ricorda come, in base a detto accordo, qualunque variazione futura degli assetti azionari avrebbe dovuto svolgersi nel segno della libera concorrenza e, soprattutto, a seguito di una previa approvazione del governo di Buenos Aires. Pertanto, conclude il testo, qualsiasi novità nello schema delle partecipazioni societarie tra i due gruppi sarebbe suscettibile di violare i patti siglati nel 2010 e costringerebbe lo Stato a riconsiderare la sua posizione, stante la possibilità che vengano lesi interessi nazionali e si verifichino situazioni di monopolio.

Notizia segnalata da
Ambasciata d'Italia - ARGENTINA