X Chiudi
Governo Italiano
Governo Italiano

Breadcumbs

18/09/2013 - Il governo turco rivede le stime di crescita del PIL

Il governo turco rivede le stime di crescita del PIL

Secondo il ministro dell’economia Caglayan, il governo rivedrà tutte le stime del Programma di Medio Termine, compresa la crescita del PIL per il 2013, che dovrebbe attestarsi fra il 3 ed il 4%, sotto il 4% fissato ad inizio anno. L’annuncio fa seguito alle dichiarazioni alla stampa di qualche giorno fa del vice primo ministro Babacan, che aveva parlato di una crescita della Turchia per il 2013 sopra il 3%. La dichiarazione di Babacan era apparsa molto significativa perché, sino a quel momento, il governo, negli interventi ufficiali, aveva sempre mostrato fiducia nella possibilità di realizzare una crescita del PIL del 4%, come fissato dal Programma di Medio Termine per il 2013. Obiettivo funzionale al raggiungimento del traguardo indicato dal Primo Ministro per il 2023: fare della Turchia una delle prime dieci economie del mondo. Al riguardo, lo stesso ministro delle Finanze Simsek aveva fornito rassicurazioni quando a giugno erano stati forniti i dati sulla crescita del Pil del primo trimestre (+3%), confidando nelle capacità di accelerazione dell’economia turca. Gli interventi dei due ministri sembrano avere una doppia valenza. Sono, da un lato, una presa d’atto delle difficoltà che il Paese si trova a dover affrontare e, dall’altro, una rassicurazione verso i consumatori turchi e gli investitori internazionali di fronte ad alcuni segnali d’allarme che hanno portato la stampa internazionale a parlare di perdita di smalto dell’economia del Paese. Per quanto riguarda la situazione attuale, Babacan, nella sua intervista, ha ricordato come si siano verificate alcune circostanze che, all’inizio dell’anno, non erano assolutamente prevedibili ma che hanno prodotto conseguenze negative sulla crescita del Paese, fra le quali gli eventi di Gezi Park, una congiuntura internazionale sfavorevole, le situazioni di crisi in Egitto e Siria. In particolare, secondo il vice primo ministro, per il momento, gli effetti diretti della situazione siriana sull’economia turca sono stati ancora limitati ed il governo ha fatto attenzione a contenere i costi indiretti. In futuro, soprattutto se la situazione dovesse trasformarsi in una crisi regionale, si potrebbero però avere ripercussioni sia sul bilancio destinato alla difesa (con un incremento delle spese statali) sia sui prezzi del petrolio, con conseguenze negative non solo per l’economia ma anche nella percezione di sicurezza della popolazione.

Notizia segnalata da
Ambasciata d'Italia - TURCHIA