COSTA D’AVORIO - Potrebbero essere utilizzati per generare ogni anno 1645 megawatt di energia tramite biomasse i circa 16,7 milioni di tonnellate di residui della produzione agricola della Costa d’Avorio: è il risultato di uno studio condotto da Cote d’Ivoire Energies (CI-Energies), entità pubblica incaricata di promuovere l’utilizzo di tecnologie efficienti in materia energetica. A segnalarlo sono i media locali, sottolineando come i sottoprodotti delle coltivazioni ivoriane destinate all’esportazione tra cui circa 13 milioni di residui del cacao, 2,5 milioni di tonnellate per l’olio da palma, un milione per il caucciù e 200.000 tonnellate per il cotone consentirebbe di generare 1645 MW con un rendimento medio del 25%. Lo studio sul potenziale legato alle biomasse è stato realizzato in seguito al recente annuncio da parte del governo ivoriano di voler realizzare entro il 2023 un impianto a Divo, nel centro-sud del Paese, capace di generare 60 MW di energia dagli scarti della produzione di cacao. Obiettivo del governo ivoriano è riuscire a produrre entro il 2030 il 42% del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili, di cui il 26% attraverso l’idroelettrico e il 16% attraverso altre tecnologie tra cui il solare, l’eolico e la bioenergia. [MV]

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