Il governo giapponese solleciterà le aziende ad adottare un processo decisionale più trasparente grazie anche a misure quali l'assegnazione agli esterni di almeno un terzo dei posti nei consigli di amministrazione. L'Agenzia per i Servizi Finanziari includerà queste linee guida nel codice di governance societaria di quest'anno, sostituendo il vecchio standard che richiede solo due o più direttori esterni. Le aziende non sono obbligate a seguire il codice, ma devono spiegare le ragioni di non conformità.

Le società giapponesi sono ancora indietro rispetto alle controparti straniere nella nomina di membri esterni nei consigli di amministrazione: amministratori esterni si ritrovano nell'84% dei consigli di amministrazione di società negli Stati Uniti, il 69% in Francia e il 61% nel Regno Unito. In Giappone, la cifra ammonta a solo il 31% anche tra le società con le maggiori capitalizzazioni di mercato.

Negli Stati Uniti e in Europa, i CEO sono spesso assunti e licenziati da comitati di nomina composti principalmente da direttori esterni. Ma quel processo decisionale in Giappone rimane opaco per gli esterni perché i top manager in genere nominano un successore. L'Agenzia per i Servizi Finanziari vede nella selezione poco trasparente del management un fattore che aumenta il rischio di eventuali pratiche commerciali scorrette e vuole migliorare la governance aziendale, rendendo il processo più aperto.

Notizia segnalata da
Agenzia ICE di Tokyo