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Cosa vendere (INDIA)


Macchinari e apparecchiature

L’India importa circa il 65% del suo fabbisogno di macchinari dall’estero. Secondo le previsioni, il settore manifatturiero dovrebbe crescere ad un tasso annuo del 14% fino a raggiungere nel 2025, il 25% del PIL nazionale, diventando il motore della economia indiana. Perche’ tale transizione dell’apparato produttivo indiano possa compiersi, le dotazioni di macchinari del paese dovrebbero espandersi ad un ritmo del 17-19%: cio’ dovrebbe tradursi in una crescita media annua del 20% delle importazioni (per un totale di oltre 32 miliardi di Euro). In altre parole, sia che l’India continui a ricorrere alle importazioni per soddisfare le sue esigenze produttive, sia che essa riesca nel tempo a svincolarsi da tale dipendenza, compiendo un percorso analogo a quello della Cina, questo paese appare destinato ad essere uno dei principali acquirenti di tecnologie produttive su scala globale. Il Free Trade Agreement India-UE (i cui negoziati sono ancora in corso) dovrebbe in futuro ampliare le opportunita’ derivanti da tali tendenze per l’industria dei macchinari europea. I macchinari italiani rappresentano gia’ oltre il 40% del nostro export verso l’India ed il nostro paese, terzo esportatore mondiale di macchine utensili con una quota del 10% del mercato globale.

Fonte: Agenzia ICE- Ufficio ICE di New Delhi

Prodotti alimentari

Il settore agricolo indiano e' uno dei piu' importanti al mondo in termini di produzione e consumo: l'India e' il secondo produttore di frutta e verdura al mondo e la sua produzione agricola costuituisce l'8% di quella mondiale. L'agricoltura contribuisce al PIL indiano solo per il 16% (pur impiegando oltre la meta' della forza lavoro indiana). Le opportunita' sono considerevoli sia nel settore dei macchinari agricoli (forte apprezzamento dei marchi italiani che ben rispondono alla domanda locale di attrezzature di piccole dimensioni e adattabilita' alle necessita' locali) che in quello dei processi di conservazione e trasformazione agro-alimentare. Circa il 40% della produzione agricola indiana deperisce prima di arrivare al consumatore, proprio a causa delle mancanze ed inefficienze nella Supply chain, nelle tecnologie della conservazione (la catena del freddo e' praticamente inesistente) e della trasformazione alimentare. Nel settore del food processing gli Investimenti esteri sono ammessi al 100%. Il Governo indiano ha lanciato il progetto dei Mega Food Park, zone speciali caratterizzate da incentivi ed agevolazioni amministrative, per attirare investitori stranieri. I prodotti alimentari italiani contribuiscono per circa lo 0,5% alle importazioni del settore  in India. Tuttavia, questo contributo e’ cresciuto costantemente e velocemente. I cinque principali tipi di prodotti importati dall’ Italia sono olio di oliva, cioccolato, pasta, frutti e semi. Insieme, questi rappresentano quasi i due terzi del totale delle importazioni alimentari indiane provenienti dall’Italia. Per il vino, l’Italia e’ il quarto fornitore mondiale dell’India con una quota del 9,54% (subito dietro la Francia con il 18,99%, l’Australia con il  23,56% e Singapore con il 24,22%).

Fonte: Agenzia ICE- Ufficio ICE di New Delhi

Mobili

Il settore dell'arredo e del design e' particolarmente promettente in India alla luce del grande sviluppo dell'edilizia residenziale e del segmento ospitalita'. Studi sulle abitudini del consumatore indiano, sempre piu' attento a tendenze di carattere internazionale, confermano l'elevato potenziale del settore. Le importazioni italiane di prodotti d'arredo sono in crescita costante (oltre il 30% negli ultimi anni) ed i prodotti del Made in Italy sono generalmente apprezzati per ricchezza di materiali utilizzati, alto contenuto di design, qualita' ed attenzione al dettaglio. Si puo' certamente parlare di un giudizio largamente positivo e condiviso tra tutti gli acquirenti indiani. Numerose case di design del segmento arredo (mobili, ma anche lampade e complementi luce, bagni, cucine, complementi d'arredo) sono presenti nel mercato indiano, aprendo in alcuni casi showroom esclusivi, direttamente o in Joint Venture con partner locali. Fondamentale per la penetrazione nel mercato indiano in questo settore sono i contatti con i costruttori ed ancora piu' con gli architetti, che rappresentano la leva chiave per avere successo in un contesto dove il consumatore finale va ancora educato allo stile occidentale e alla qualita'.  Le esportazioni Italiane di mobili verso l'India nel 2019 sono state pari a 65 milioni di euro. L'Italia è il 4° maggiore fornitore in India nell'anno solare 2019 con una quota del 4,58% delle importazioni totali indiane nel settore del mobile.

Fonte: Agenzia ICE- Ufficio ICE di New Delhi

Sanitą e assistenza sociale

Settore farmaceutico e dispositivi medici

L’India è il principale fornitore mondiale di farmaci generici (il 42% della produzione globale e il 20% del totale esportazioni mondiali di farmaci generici), che contribuiscono al 70% delle entrate totali dell'industria farmaceutica indiana. La proprietà straniera è ammessa al 100% in via automatica per i nuovi progetti e fino al 74% in impianti già esistenti. Tuttavia, la policy interna impone che i farmaci destinati al consumo domestico contengano il 75% di contenuto locale (il 10% per i farmaci destinati all’export). Il mercato indiano dei dispositivi medici ha un valore stimato di 4,4 miliardi di dollari (senza l'inclusione del potenziale nelle zone rurali) e dovrebbe superare i 7 miliardi di dollari entro la fine del 2020. L'India importa quasi l'80% dei suoi dispositivi medici e le barriere all'ingresso dei prodotti stranieri sono basse rispetto ad altri settori, mentre l’industria nazionale e’ molto frammentata. L'India e’ quindi fortemente dipendente dalle importazioni per molte tipologie di dispositivi medici, in particolare di quelli tecnologicamente piu’ sofisticati che includono la diagnostica oncologica, la diagnostica per immagini, le scansioni ad ultrasuoni e le tecnologie PCR. Le importazioni stanno crescendo rapidamente mentre gruppi ospedalieri di livello mondiale come Fortis e Apollo stanno costruendo infrastrutture di fascia alta e aprono l'India al turismo medico, che ora contribuisce per ca. 2 miliardi di dollari al mercato sanitario indiano.

Fonte: Agenzia ICE- Ufficio ICE di New Delhi

Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia)

Le potenzialità che l'India offre nel segmento dei prodotti di alta gamma sono estremamente significative, in particolare per quanto riguarda abbigliamento, accessori, gioielleria ed arredo, caratterizzati da un elevato contenuto in termini di design. L’India rappresenta oggi appena l’1% del mercato del lusso mondiale, che in valore corrisponde a circa 5 miliardi di dollari, tuttavia le proiezioni di crescita di questo segmento di mercato sono qui estremamente positive, pari ad oltre il 20% all’anno. Quasi il 50% delle vendite del segmento lusso sono concentrate nell’area di Delhi, mentre il 30% circa in quella di Mumbai. Stanno tuttavia gradualmente emergendo nuove citta’ quali Bangalore, Chennai, Hyderabad e Pune. La popolazione nella fascia alta del reddito – con una ricchezza sopra il milione di dollari – e’ stimata in circa 150 mila individui, in costante aumento a ritmi superiori rispetto a quelli cui siamo abituati nei Paesi industrializzati. Se a cio’ si aggiunge uno stile di vita e preferenze di consumo che gradualmente si stanno avvicinando a quelli occidentali, e’ facile comprendere quali siano le potenzialita’ di questo mercato per il lusso “Made in Italy”. Inoltre, poiche’ il consumatore e’ indiano e’ ancora un “newcomer” in questo segmento, l’italianità del prodotto gioca un ruolo particolarmente importante, dal momento che il nostro Paese e’ associato, nell’immaginario del consumatore indiano, a tutto ciò che e’ stile, design, qualità. Tale scenario apparentemente assai positivo non spiega, e sembra anzi contrastare, con la realtà di una proiezione in India dei marchi del lusso, italiani ma non solo, ancora estremamente modesta, limitata a pochi Flagship store nelle principali metropoli del Subcontinente, che non regge il confronto con la presenza massiccia e capillare dei brand di alta gamma in Cina. Le ragioni vanno ricercante nelle difficili condizioni di policy che le aziende del lusso si trovano ad affrontare in India: dazi elevati, nell’ordine del 30-40%; forti carenze infrastrutturali che si traducono in pochi spazi commerciali adeguati, con costi di affitto esorbitanti; limitazioni agli investimenti esteri particolarmente gravose (nonostante la nuova normativa sul retail monomarca abbia finalmente permesso ai marchi stranieri di acquisire il controllo esclusivo delle reti di vendita in India. Viene inoltre richiesto agli stessi di ricorrere a forniture locali per il 30% dei beni impiegati nei nuovi punti di distribuzione, una condizione impraticabile per i prodotti del lusso Made in Italy. Il mercato indiano dell'abbigliamento attualmente si stima valga oltre  42,7 miliardi di dollari. Il business dell'abbigliamento ha una quota al dettaglio che dovrebbe raggiungere circa il 45% entro il 2025.

Fonte: Agenzia ICE- Ufficio ICE di New Delhi

Ultimo aggiornamento: 06/12/2020