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Barriere tariffarie e non tariffarie (TANZANIA)

Barriere tariffarie

La Tanzania è parte, con Burundi, Kenya, Ruanda, Sud Sudan, Uganda e Repubblica Democratica del Congo della East African Community (EAC), istituita il 30 novembre 1999. Il trattato istitutivo prevedeva la costituzione di un'unione doganale diventata operativa a partire dal 1 gennaio 2005 (dal 1° luglio 2007 anche con Ruanda e Burundi). Come membro dell’unione doganale, la Tanzania applica la tariffa esterna comune al valore CIF (cost, insurance, freight) della merce importata. La struttura dei dazi prevede tre aliquote (0% per le materie prime e alcuni fattori produttivi per l’agricoltura e l’industria, 10% per i prodotti semi-lavorati e le parti industriali, 25% sui beni finali di consumo). Oltre al dazio, si applica l’imposta sul valore aggiunto, pari al 20%. Inoltre la Tanzania applica una tassa sul petrolio ed il diesel importato di circa 313 Tsh per litro mentre, dal 2015 si applica il Railways Development Levy dell’1.5% al valore CIF su tutte le importazioni destinate al consumo domestico, per finanziare la costruzione di infrastrutture ferroviarie (FONTE: Tanzania Revenue Authority 2018). Vi sono esenzioni fiscali per l’importazione di beni e servizi associati a progetti finanziati da donatori, ONG, progetti che ricadono nell’ambito di un accordo di incentivo all’investimento, ecc. Sui prodotti tessili, alimentari ed elettronici importati a Zanzibar si applica una tassazione inferiore rispetto alla terraferma. La EAC, e la Tanzania come suo membro, proibisce o limita l’importazione di circa 44 categorie di beni. Oltre alle merci limitate e/o proibite a livello regionale, la Tanzania applica restrizioni su altri beni a livello nazionale. Fra questi: i semi di tabacco e di cotone, zucchero, latte, pesce, caffè necessitano di una specifica licenza (FONTE: World Trade Organization 2019).

La Tanzania fa parte della SADC (Southern African Development Community) mentre è uscita già dal 2000 dal Mercato Comune dell’Africa Occidentale e Meridionale (COMESA). Il 9 Settembre 2021 la Tanzania ha ratificato l’accordo che istituisce l’African Continental Free Trade Area entrando a far parte del mercato unico dell’Unione Africana. La Tanzania beneficia del trattamento commerciale preferenziale previsto dall’AGOA (Africa Growth and Opportunity Act) per le esportazioni sul mercato statunitense e dall’iniziativa Everything But Arms (EBA) dell’Unione Europea. Nel luglio 2016 ha Tanzania ha deciso di non firmare l'accordo di liberalizzazione degli scambi tra EAC e Unione Europa, denominato Economic Partnership Agreement. Il paese resterà quindi soggetto alle regole tariffarie europee previste per i paesi a basso reddito, che prevede l'accesso quasi integrale al mercato europeo nell'ambito dell'iniziativa "Everything but arms".

Barriere non tariffarie

In passato, la Tanzania utilizzava intensamente barriere non tariffarie per proteggere l’industria locale e il suo mercato interno. La Tanzania è tra i paesi fondatori del WTO e anche per questo negli ultimi anni è stato attuato un processo di riforma e di liberalizzazione commerciale che ha portato all’eliminazione della maggior parte delle barriere di natura non tariffaria.

Notevoli progressi sono stati compiuti dal paese per quanto concerne la graduale abolizione dei regimi di proibizione, quota e licenza e la sostanziale riduzione delle formalità burocratiche, dei controlli amministrativi, insieme alla semplificazione e facilitazione delle relative procedure. Le licenze di importazione e di esportazione sono state abolite ad eccezione di quelle sui prodotti sensibili per la salute e la sicurezza pubblica. Non esistono particolari requisiti di standard che non quelli largamente in uso per specifiche categorie di prodotti.     

Il Ministero dell’agricoltura rilascia le licenze di importazione per tutti i prodotti agricoli e animali importati. Tutti i prodotti importati del valore superiore a US$ 5.000, con alcune eccezioni, devono essere soggetti ad una ispezione pre-imbarco.

 

Ultimo aggiornamento: 27/01/2023

Market Access Database della Commissione Europea