La pandemia non ha avuto sulle banche l'impatto negativo temuto inizialmente. I prestiti non performanti (NPL) sono scesi dal 4,9% di fine 2020 al 3,6% di fine 2021, uno dei migliori risultati di sempre, oltre che ben al di sotto del 17,5% registrato nel 2015. Il dato in parola testimonia una buona tenuta del sistema creditizio portoghese, anche se naturalmente l'aumento dei prezzi e la difficile congiuntura internazionale aumentano i rischi di insolvenza delle aziende, data anche la predominanza in Portogallo di PMI, tipicamente meno resistenti alle tensioni sui flussi di cassa.

Per quanto riguarda i meccanismi di accesso al credito, in generale negli ultimi dieci anni, a seguito della crisi economica, le banche portoghesi hanno notevolmente inasprito le condizioni di prestito alle imprese, tanto che, se nel 2009 la percentuale di PMI che necessitava di garanzie reali per ottenere prestiti bancari era del 76,25%, nel 2020 tale percentuale è salita all'89,88%. Va anche rilevato, tuttavia, come il differenziale di tasso di interesse tra i prestiti alle PMI e quelli alle grandi imprese sia diminuito gradualmente, passando dai 2,2 punti percentuali del 2012 agli 0,78 del 2020, indicando un miglioramento delle condizioni di finanziamento delle PMI.